Giancarlo Blangiardo, professore emerito di Demografia all’università Bicocca di Milano, commenta il calo di natalità in Italia e le conseguenze che avrà sul futuro del nostro Paese. “La tendenza è di un Paese che smette di essere grande, anche perché la dimensione demografica è elemento rilevante anche sotto il profilo economico” spiega il professore a Milano Finanza, aggiungendo che si tratta di “una caduta della popolazione che deriva dalla contrapposizione tra nati e morti, ovvero più morti che nati. L’anno scorso i primi sono stati 300mila più dei secondi. E nell’arco di pochi anni raggiungeremo il doppio: due morti per ogni nato. Una situazione, ovviamente, insostenibile”.
Per Giancarlo Blangiardo “l’ipotesi che si arrivi a uno scenario in cui si va a scomparire è una drammatizzazione eccessiva. Però è certo che invertire la marcia è sempre più complicato e se si prosegue in questa direzione tornare indietro sarà ancora più difficile”. Per il professore, in tema natalità “anche aumentando per ciascuna donna la propensione a far figli si dovrà comunque fare i conti con una ridotta popolazione femminile, che sconta le minori nascite del passato” e “per questo bisogna intervenire in fretta”.
Calo natalità, Blangiardo: “immigrati si adeguano e fanno meno figli”
Il calo della natalità in Italia avrà effetti anche sul mercato del lavoro. Come analizza il professor Giancarlo Blangiardo per Milano Finanza, “la popolazione in età da lavoro, la convenzionale fascia produttiva che tradizionalmente si colloca tra 20 e 67 anni, è quella che perderà più soggetti: si stimano 11 milioni in meno nei prossimi 50 anni”. E sottolinea come “l’immigrazione dà un contributo molto importante, ma non risolutivo” confrontando i dati del 2012 relativi alla natalità quando “con un milione di immigrati in meno rispetto a oggi, il numeri dei nati stranieri era di 80mila. Oggi è di 57mila, vuol dire che si adeguano. Soprattutto ai rischi che deriva da una coppia che ha figli in un Paese straniero e senza la rete di protezione di famiglia i nonni”.
In termini di welfare e sanità, inoltre, aggiunge che “oggi gli immigrati pagano le pensioni dei nostri anziani ma domani saranno pensioni e cure da pagare”. In merito alla volontà del governo di ridurre le tasse a chi ha figli e combattere così il crollo della natalità, il professore sottolinea che “devono essere introdotti anche altri aspetti che siano una mano alle famiglie con più figli a carico” e che “da solo non basta, ma è comunque un elemento benvenuto e molto importante per intervenire su queste dinamiche”.