Non solo accuse pesanti, ma anche minacce contro l’attuale ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e l’ex inquilino del Viminale Marco Minniti. Arrivano dall’attivista della Ong “Mediterranea” Luca Casarini, che su Twitter in riferimento ai decreti in tema di immigrazione e dopo gli scontri a Napoli con la polizia durante la visita dell’attuale titolare del Viminale ha scritto: «Marco Minniti, Matteo Piantedosi, ieri a Napoli avete goduto della protezione dei manganelli per fare la vostra passerella. Ma siete responsabili dell’orrore. E i manganelli non vi salveranno per sempre». Come se non bastasse, l’ex no-global ha richiamato un rapporto Onu sui migranti rincarando la dose: «Penso che un giorno, fosse anche davanti al giudizio universale, questi due signori dovranno rispondere».
Tra i primi a reagire è stato il senatore della Lega Matteo Borghi: «Luca Casarini ha pensato bene di minacciare nemmeno troppo velatamente il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi – scrive in una nota –. Non soddisfatto di queste parole irresponsabili, arriva a invocare niente di meno che il “giudizio universale” per il titolare del Viminale. Però nell’attesa, è Casarini quello finito a giudizio a Ragusa». Il parlamentare leghista ha ricordato che Casarini è a processo per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, «un reato molto grave commesso da chi ha a che fare con il traffico di esseri umani, un fenomeno contro cui il governo metterà in campo ogni azione senza lasciarsi intimidire da improbabili personaggi come Casarini».
ATTACCO CHOC CONTRO PIANTEDOSI: SINISTRA TACE
Indignato è anche il deputato leghista Stefano Candiani: «Sono parole gravissime e indegne quelle di Luca Casarini di Mediterranea. Un altro paladino della sinistra da salotto, finta anima buona». Oltre a ricordare i guai giduziari dell’attivista, aggiunge: «Non ci lasciamo intimidire da questi soggetti. Solidarietà al ministro Piantedosi». A sorprendere è, invece, il silenzio assordante della sinistra: nessuno ha sentito il bisogno di esprimere solidarietà al ministro, oltre che ad un ex ministro di un governo di centrosinistra (Minniti, ndr), né di condannare le parole violentissime di Luca Casarini. Parole che non potevano passare inosservate, come dimostrano le reazioni degli esponenti della Lega, che si sono subito attivati per deprecare il solito attacco contro un ministro ed uno dei suoi predecessori solo per questioni di mera ideologia. Peraltro, le parole dell’attivista si inseriscono in un contesto teso all’interno del Paese, alimentata anche da esternazioni di questo tipo.