Chi si aspettava un riavvicinamento fra Pd e Movimento 5 Stelle dopo l’elezione di Elly Schlein alla segreteria democratica è rimasto deluso, sin qui almeno. Il grande freddo seguito alla fine del governo Draghi si è mitigato solo in parte, e la marcia di avvicinamento sembra destinata ad essere lunga, tortuosa e dall’esito non scontato.
Enrico Letta e Giuseppe Conte avevano rotto su due temi essenziali, il sostegno convinto alla causa ucraina, compreso l’invio di armi, e il termovalorizzatore da costruire a Roma. Quei due ostacoli rimangono tali, sostanzialmente inalterati, e il nuovo Pd pagherebbe un prezzo troppo alto cambiando posizione ora. Certo, con la Schlein ci sono posizioni più vicine in tema di lavoro, di diritti civili e di contrasto al progetto di autonomia differenziata cui lavora la maggioranza di governo. Ma le distanze in materia di politica internazionale e di ambiente impediscono al momento il riavvicinamento.
Le distanze si misurano anche con le parole dure di Conte, che definisce quello democratico un partito tradizionalmente di establishment, con una visione troppo dogmatica, soprattutto su atlantismo ed Europa.
Non è che dalle parti del Nazareno ci si preoccupi più di tanto, anche perché le prossime elezioni importanti saranno fra dodici mesi quelle europee, dove si vota con il sistema proporzionale e, di conseguenza, ciascuno corre per sé. Per prendere voti si dovrà spingere sull’identità. Ci sarà tempo successivamente per costruire un’alleanza che possa competere con il centrodestra per il governo del Paese.
La Schlein non sembra preoccuparsi più di tanto, forse anche perché sino ad oggi nelle esperienze locali di alleanza con i grillini non è che si sia visto chissà quale valore aggiunto. E la vittoria al ballottaggio al comune di Udine rappresenta la classica rondine che non fa primavera, soprattutto per via della scarsa affluenza alle urne. Piuttosto, la neoleader democratica, che dopo la vittoria al congresso si è presa un lungo stop dalla politica, sembra alle prese con la definizione dell’identità del suo partito, con qualche grattacapo sul versante dell’area cattolica.
Lo spostamento a sinistra del posizionamento dei democratici sui diritti civili era prevedibile, ma forse non fino a esprimersi sostanzialmente a favore dell’utero in affitto. E questo a lungo andare non può che mettere sotto pressione chi alla dottrina della Chiesa fa riferimento. Sinora però solo il vecchio Beppe Fioroni ha fatto le valigie, ma si sa che certi processi hanno bisogno di tempo. La Schlein, per di più, deve fare i conti con alcune parti della gerarchia che non hanno mai nascosto simpatie nei confronti di Giuseppe Conte. E questo non per i suoi studi a Villa Nazareth, la devozione a Padre Pio e l’amicizia antica con il card. Achille Silvestrini. È che certe posizioni in campo economico, a partire dal reddito di cittadinanza, trovano particolare apprezzamento. Più che non per le idee espresse dal Pd.
La Schlein, insomma, rischia di essere scavalcata da M5s tanto a sinistra, quanto nel campo cattolico, anche per via di sponde che Conte ha trovato da tempo, a cominciare dal quotidiano della Cei, Avvenire, in questa fase sostenitore discreto, ma evidente, di molte battaglie pentastellate. Caso piuttosto clamoroso e recente l’aver quasi ignorato una proposta come quella del ministro dell’Economia Giorgetti di tener conto del numero dei figli nel calcolo del peso delle tasse. Un’idea che avrà bisogno di coperture finanziarie chiare, ma che certo meriterebbe di essere approfondita da un quotidiano cattolico. Su Avvenire, invece, non ha trovato spazio in prima pagina, sancendo una distanza incolmabile fra questa gestione del giornale e l’area di governo.
La strada per una composizione di un fronte unico delle opposizioni appare quindi complessa. Anche lo sfaldamento del terzo polo potrebbe avere conseguenze, e l’uscita del renziano Marcucci dal Pd potrebbe non rimanere isolata. Mentre le percentuali dell’area di governo rimangono stabili, sull’altro versante si avvia una a lunga fase di lavori in corso. Molte carte potrebbero rimescolarsi, con un’imprevedibile variabile cattolica.
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