Una telefonata di un’ora. Così Zelensky e Xi Jinping hanno riallacciato i rapporti tra l’Ucraina e la Cina. Se ne parlava da tempo: Pechino, d’altra parte, sta cercando di giocare un ruolo nella soluzione del conflitto tra Kiev e Mosca e agli ucraini fa comodo avere un interlocutore in più per cercare, in prospettiva, di aprire un tavolo per portare almeno ad una tregua.
Di fatto il colloquio, spiega Serena Console, giornalista sinologa de Il Manifesto e Today.it, arriva nel giorno in cui a Roma si parla di ricostruzione dell’Ucraina e i cinesi, con il loro accentuato pragmatismo, hanno voluto farsi sentire per “reclamare” un ruolo in vista di possibili affari in terra ucraina.
Perché questa telefonata è arrivata proprio adesso?
Bisogna considerare la tempistica. A Roma si è tenuta la conferenza bilaterale per la ricostruzione dell’Ucraina e la Cina ha sentito odore di affari commerciali. E comunque Cina e Ucraina prima della guerra avevano festeggiato i rapporti trentennali bilaterali. Kiev, tra l’altro, ha aderito alla Via della Seta. Una delle più grandi portaerei cinesi è stata venduta dall’Ucraina: era una vecchia portaerei di epoca sovietica.
I cinesi dovevano anche rettificare il tiro dopo alcune dichiarazioni del loro ambasciatore in Francia?
Sul motivo della telefonata, che il governo cinese ha precisato essere arrivata da parte ucraina, non si possono fare altro che speculazioni. Una che riguarda, appunto, la conferenza per la ricostruzione, l’altra che riguarda le dichiarazioni un po’ controverse che sono state rilasciate la scorsa settimana dall’ambasciatore cinese in Francia, quando in diretta tv aveva messo in dubbio la sovranità dei Paesi ex sovietici. E la Cina tiene molto a sottolineare la questione della sovranità, sia per la vicenda di Taiwan, sia perché non ha mai preso una posizione netta in merito al conflitto Russia-Ucraina, mantenendo una apparente neutralità.
Ci sono anche altri fattori da considerare?
La Cina vuole porsi come mediatore di questo conflitto cercando di avviare un tavolo di pace. Anche ieri ha sostenuto che il dialogo è l’unica via per riuscire a porre termine al conflitto. Tra l’altro ha annunciato che manderà un inviato speciale proprio per questo.
I cinesi vogliono veramente aprire un tavolo per parlare di tregua o anche di pace?
Più che altro potrebbe essere un segnale da inviare alle parti interessate, Russia ma pure Ucraina, Usa ed Unione Europea, perché bisogna cercare di porre fine al conflitto. È comunque un’iniziativa per dire che la Cina qualche cosa ha fatto in questa direzione. L’inviato speciale andrà a dialogare con tutte le parti interessate.
Si tratta di un’iniziativa che spiazza i russi?
Quella della Cina è una voce forte, molto vicina a Putin. C’è da chiedersi se Putin fosse consapevole che sarebbe arrivata questa telefonata. Erano settimane che se ne parlava. Il primo a scriverne era stato il Wall Street Journal dopo la visita di Xi a Mosca. Poi c’erano state altre indiscrezioni. Il commento della portavoce del ministero degli Esteri russo è stato sottotono. Hanno accettato la proposta di un’iniziativa cinese sottolineando che dipende comunque dall’Ucraina accettare la pace. Si torna alla retorica anti-Nato e anti-Usa: secondo Mosca è dall’altra parte che non si vuole la pace.
La telefonata, insomma, non è stata accolta benissimo da Mosca?
Anche quando Xi era andato a Mosca, Putin aveva genericamente appoggiato il documento cinese sulla pace, che non è un piano di pace ma un piano per avviare il dialogo che porta alla pace.
Quali sviluppi possiamo immaginare?
Kiev ha deciso di inviare un ambasciatore in Cina. I contatti tra i due Paesi, d’altra parte, sono stati interrotti solo dopo la guerra.
La telefonata serve anche alla Cina per rimarcare che nonostante i rapporti con la Russia ha una sua autonomia di azione?
Sì. Anche in un’ottica di ricostruzione futura gli ucraini hanno bisogno degli investimenti cinesi. E poi sperano sicuramente in una interlocuzione con Putin del presidente cinese.
Gli americani dicono che non sapevano nulla, ma che sono contenti del contatto tra Zelensky e Xi; come si spiega questa posizione? Fanno buon viso a cattivo gioco?
L’apertura al dialogo per la fine del conflitto credo che sia auspicabile da parte di tutti. Da una telefonata, comunque, non si può desumere che si arrivi alla fine della guerra. Probabilmente la Cina ha intravisto la possibilità che la Russia possa uscire male dalla controffensiva che sta preparando Kiev, quindi si vuole smarcare ed evitare di essere troppo legata a un’eventuale perdente.
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