Sulle pagine del quotidiano francese Libération è stata data voce ad un ampio e sempre più diffuso dibattito della Francia, che mira a verificare (o sottolineare, in base al punto di vista) la deriva illiberale dello Stato. Ne ha parlato, racconta il quotidiano, anche la nota costituzionalista e politologa francese Eugénie Mérieau, preoccupata soprattutto dalla concentrazione del potere nelle mani del Presidente e dalla repressione delle libertà individuali.
Facciamo un passo indietro, per comprendere cosa sia, effettivamente, una democrazia illiberale, prima di vedere le accuse mosse contro la Francia. Coniato nel 1997 dal giornalista americano Fareed Zakaria, il termine riferisce a quelle democrazie in cui il potere è, effettivamente, eletto dal popolo, ma viene poi accentrato nelle mani del rappresentate di turno, che lo esercita liberamente. In particolare, nelle democrazie illiberali, come la Francia sarebbe nell’ottica dell’accusa, si assiste ad una restrizione delle libertà pubbliche, tra cui quella di manifestare anche il dissenso politico. Similmente, la magistratura manca di indipendenza e l’opposizione in Governo non gode di alcun potere reale che possa limitare l’opposizione interna.
La Francia è una democrazia illiberale?
Insomma, secondo l’accusa mossa dal quotidiano, la Francia rispetterebbe tutte le prerogative delle democrazie illiberali, in particolare dopo la parentesi delle restrizioni sanitarie dovute alla pandemia da covid-19, ma in un tendenza che andava avanti almeno dai primi anni 2000. Inoltre, sospetta l’ispirazione apertamente dichiarata alla costituzione della Russia per redigere quella francese, partendo proprio dal modello diiperpresidenzialismo.
La Francia sarebbe illiberale soprattutto perché il Presidente non deve rendere conto al Parlamento per le sue decisioni, potendo inoltre disporre a suo piacimento lo scioglimento dello stesso. La parentesi del coronavirus ha reso ancora più evidente questo aspetto, mascherandolo con la necessità di difendere la salute pubblica. Similmente, si assisterebbe, soprattutto dal periodo dei gilet gialli, ad una marcata limitazione della libertà di manifestazione, che è sempre illegale fuorché non vi sia l’autorizzazione governativa. Nell’ultimo periodo, ad accentuare le accuse contro la Francia di essere illiberale, sono sempre meno le autorizzazioni rilasciate, ed è tornato particolarmente attuale l’arresto delle persone con l’accusa di vilipendio del presidente o della repubblica.