ALLARME SUDAN E RUSSIA, MINNITI: “PER PUTIN È IMPORTANTE COME L’UCRAINA”
«Per la Russia l’Africa è importante tanto quanto l’Ucraina»: l’allarme arriva dall’ex Ministro degli Interni Marco Minniti, esperto di politica internazionale e dal dal 2021 presidente della Fondazione Med-Or per i rapporti con l’Oriente. Intervistato da “Libero Quotidiano” il giorno del 1 maggio, Minniti mette in guarda l’Europa dalla guerra civile in corso in Sudan con ripercussioni che ancora non si vedono con nitidezza all’orizzonte ma che già fanno preoccupare.
«Fin dall’inizio del conflitto scoppiato a Khartum fra due generali rivali, abbiamo saputo che i mercenari russi della compagnia Wagner hanno rifornito le milizie RSF (Rapid Support Forces), che lottano contro l’esercito regolare, per via aerea, con voli in partenza dalla Cirenaica. Ciò non vuol dire che la Russia sia all’origine della guerra. Il conflitto ha motivi endogeni, tutti sudanesi», spiega l’ex Ministro sottolineando come il generale Hemetti Dagalo, comandante delle forze speciali RSF, non accetta che le proprie forze possano confluire nell’esercito nazionale del generale Abdel Fattah Burhan. Ciò non toglie che per la Russia l’Africa – non solo il Sudan – diventa sempre più centrale nello scacchiere geopolitico: «Per la Russia l’Africa è sempre più importante e lo dimostra che, nonostante la Wagner sia la punta di diamante delle forze militari di Mosca, il presidente Vladimir Putin abbia preferito mobilitare i coscritti per sostenere lo sforzo bellico contro l’Ucraina, anziché ritirare i contingenti Wagner schierati in Africa per inviarli sul fronte europeo». In Sudan la Wagner controlla infatti l’estrazione dell’oro da ricche miniere proprio in complicità con le milizie RSF: «La Russia guarda al Sudan per l’oro e le terre rare, quei metalli da cui dipende la più avanzata tecnologia elettronica», rileva Marco Minniti.
MINNITI SVELA I RISCHI CHE L’EUROPA NON CAPISCE SULLA GUERRA IN SUDAN
In termini di rischi imminenti, il tema dei migranti è solo uno dei risvolti pericolosi per l’Europa e il nostro Paese: «L’Europa non si rende conto di quanto la guerra in Sudan possa sconvolgere la regione con un effetto domino. C’è rischio di un coinvolgimento della Libia, ma anche del Ciad, sotto pressione per l’arrivo di 100.000 profughi che si aggiungono ad altre centinaia di migliaia lì ospitati. Per i russi sarebbe un successo la vittoria di Hemetti, ma per ora evita di schierarsi apertamente e sta a vedere chi uscirà vincitore». La pacificazione non è impossibile ma il rischio della guerra civile catastrofica su ampia scala al momento è ancora l’ipotesi più probabile, purtroppo.
L’ex Ministro degli Interni sotto i Governo Renzi e Gentiloni mette in correlazione l’avanzata russa in Africa con il forte “arretramento” dell’influenza francese: «Cinque settimane fa il presidente francese Macron ha visitato vari paesi africani e ha dichiarato che la ’Franceafriqu. È è finita. Una rivoluzione, se si considera il rapporto storico, anche coloniale, della Francia con l’Africa. Macron ha annunciato che la Francia interverrà solo se quei paesi lo chiederanno». Se uniamo tutto questo ai rischi di “bomba sociale” in arrivo dalla Tunisia a rischio default, lo scenario da “tempesta perfetta” sembra ormai prossimo ad esplodere tra Africa e Ue: «L’Unione Europea compie un errore di prospettiva nei confronti della Tunisia. È una grande potenza politica e democratica, non una banca. Non può subordinare le proprie decisioni a quelle dell’FMI. Sarebbe come dire che il potere finanziario prevale su quello politico. L’Europa è anzitutto dei suoi popoli. L’Ue non può rinunciare al suo ruolo. Deve capire che, se la guerra in Ucraina rappresenta un fronte militare e il sostegno a Kiev è sacrosanto, altrettanto importante è il fronte del Nordafrica, che è un secondo fronte asimmetrico». Putin vuole fare della Russia il Paese “paladino” del Sud del mondo, rileva ancora Minniti su “Libero”: «Lo ha dimostrato quando ha detto che, con la guerra in Ucraina, la Russia “ha reagito all’attacco dell’Occidente”. Se l’Europa non lo capisce, si rischia che alla fine l’Occidente, e non la Russia, venga isolato dal resto del mondo». Oltre a porsi come soggetto politico internazionale a tutti gli effetti – cosa che non sta sempre avvenendo secondo Minniti – l’Europa con l’Italia in prima fila deve convincere «i paesi del Nordest, come la Polonia o gli stati baltici, che non esiste solo la minaccia russa. Se la destabilizzazione in Africa prosegue, l’onda d’urto migratoria può assumere proporzioni tali che l’Europa può non farcela». Non solo, secondo l’ex Pd, l’Europa deve proporre all’Africa – sia ai Paesi di partenza che a quelli di transito – «un patto per le migrazioni legali e il contrasto assoluto ai trafficanti di esseri umani. Si tratta di trasformare gli attuali squilibri demografici, un’Africa che cresce impetuosamente e un’Europa invece in recessione demografica, da potenziali rischi in opportunità».