Il 26 maggio di ogni anno si celebra San Filippo Neri, fondatore dell’oratorio così come lo conosciamo oggi. La storia narra che raccolse intorno a sé un gruppo di ragazzi di strada (maschi e femmine indistintamente, una cosa innovativa per l’epoca) e con il divertimento, i canti e i balli, li avvicinò al cristianesimo, alla messa e alle celebrazioni liturgiche in generale. Questo nuovo metodo fu ritenuto degno di essere definito come una congregazione da Papa Gregorio XIII nel 1575. Protettore dei giovani, proprio per questo motivo, è anche conosciuto con l’appellativo di “santo della gioia” o “giullare di Dio”, per il suo carattere giocoso.
La vita di San Filippo Neri
San Filippo Neri nacque il 21 luglio del 1515 da una famiglia che in passato godeva di una certa importanza nella città di Firenze ma che, a causa dei cambiamenti politici in atto in quel periodo, aveva perso gran parte del suo prestigio. Filippo perse la madre ancora molto giovane e suo padre si sposò in seconde nozze con un’altra donna, con la quale legò molto anche per via del suo buon carattere. Filippo era infatti molto amato da tutta la famiglia che utilizzava per lui l’epiteto di “Pippo buono”.
Anche se il padre aveva scelto per lui una vita agiata, da commerciante presso la bottega dello zio, Filippo aveva altri desideri che lo portavano verso la vita spirituale.
Proprio per questo motivo decise di recarsi in pellegrinaggio a Roma, la città del cristianesimo. Qui passò gli anni della sua giovinezza coltivando la sua fede attraverso la contemplazione, molto spesso in modo solitario.
A questa attività introspettiva si affiancava un’attività apostolica per gli altri: Filippo si fermava a parlare con gli ultimi per strada, nelle piazze, negli ospedali e ovunque ci fosse bisogno. Fu ordinato sacerdote nel 1551 dal vicegerente di Roma, Monsignor Sebastiano Lunel e andò a vivere sede della Confraternita della Carità insieme ad altri sacerdoti.
Fu proprio in questo luogo che praticò quello che sarebbe divenuto in seguito il metodo dell’Oratorio: incontri quotidiani con gli altri sacerdoti, ma soprattutto con i ragazzi giovani che si avicinavano a lui grazie alla sua capacità di coinvolgerli con il divertimento. Nasceva così la Congregazione dell’Oratorio, che ebbe come discepoli anche figure di spicco della cristianità, futuri cardinali e vescovi.
Nel 1575 gli fu affidata da Papa Gregorio XIII la ricostruzione della fatiscente chiesa di S. Maria in Vallicella, a Roma. Qui trascorse gli ultimi anni della sua vita, facendo quello che aveva sempre voluto, ovvero quotidiani incontri con ogni tipo di persona alla ricerca della parola di Cristo, con uno spirito apostolico semplice e sincero che lo animò fino alla fine dei suoi giorni.
Filippo Neri morì nel 1595 all’età di ottant’anni.
Secondo la tradizione, il 28 maggio (giorno della Pentecoste) del 1544, Neri era in preghiera presso le catacombe di San Sebastiano e fu preda di uno straordinario evento, che lui stesso attribuì all’opera dello Spirito Santo, che gli causò una dilatazione di cuore e costole: questo effetto fu scientificamente constatato dai medici dopo la sua morte. Alcuni testimoni dell’epoca asserivano di aver notato che il cuore gli tremava spesso nel petto e che, a contatto con esso, si avvertiva un inedito calore.
La devozione a San Filippo Neri
Nell’iconografia cristiana San Filippo Neri viene rappresentato con due simboli, un giglio e un libro tra le mani. San Filippo Neri è patrono di molte città italiane come ad esempio Castelfranco Piandiscò (provincia di Arezzo), Tursi (provincia di Matera), Domicella e Candida (entrambe in provincia di Avellino) e Gioia del Colle.
Proprio in quest’ultimo paese in provincia di Bari, la ricorrenza di San Filippo Neri era molto sentita e durava dal 26 di aprile (un mese prima del santo patrono) fino al giorno 21 luglio (data di nascita di Filippo).
Durante questi tre mesi si succedevano festeggiamenti sia religiosi che a carattere più leggero. In particolare durante il mese di aprile si svolgevano le processioni casa per casa e il 26 maggio si celebrava la festa solenne con la consegna delle chiavi della città. Oggi i festeggiamenti si sono ridotti ma questa ricorrenza è ancora molto sentita dalla popolazione.
Gli altri Santi del giorno
Il 26 maggio, oltre a San Filippo Neri, si celebrano Santa Maria del Fonte, conosciuta anche come Nostra Signora di Caravaggio, a ricordo dell’apparizione della Madonna che avvenne nella città nel 1432; San Desiderio di Vienne, vescovo e martire, e Sant’Eleuterio, martire e Papa della Chiesa cattolica tra il 175 e il 189.