TAGLIO CUNEO FISCALE, LA PROMESSA DI CALDERONE: “SARÀ STRUTTURALE”
Le ultimissime novità emerse nella bozza del Decreto Lavoro approvata ieri in Consiglio dei Ministri sono state sciorinate dalla Ministra del Lavoro Marina Calderone, intervistata da Radio 24 e Sky TG24 l’indomani della riunione contestata da sindacati e opposizioni. In particolare, assieme al lancio del nuovo Assegno di Inclusione, è il taglio del cuneo fiscale per i lavoratori che ha prodotto le novità più interessanti nel Decreto Lavoro: sale di altri 4 punti per il periodo da luglio a novembre di quest’anno, raggiungendo i 6 punti per i redditi fino a 35mila euro e i 7 punti fino a 25 mila.
Le opposizioni contestano il taglio del cuneo fiscale perché «modesto» – 100 euro netti in più in busta paga al mese – e «a tempo»: risponde a tono la stessa Ministra negli studi di Sky, «è importante guardare al segnale. In manovra di bilancio si è confermata la misura del 2% per i redditi fino a 35mila euro e si è aggiunto un ulteriore punto percentuale per i redditi fino a 25mila euro». L’impegno e promessa del Governo è di raggiungere nel giro della fine Legislatura un taglio strutturale del cuneo fiscale di 5 punti netti: l’occasione del Decreto Lavoro – finanziato con tagli alle spese e deficit – ha permesso al Governo di ridurre per ora solo temporaneamente il costo del lavoro. Ma l’obiettivo è ben più sul lungo periodo: «al primo appuntamento con la possibilità di utilizzare dei risparmi consistenti si è scelto di dare continuità a questa azione, ma il Governo si sta impegnando sulla riduzione del cuneo fiscale e contributivo. Certo, l’impegno della legislatura è quello di ridurre di cinque punti percentuali, guardando anche a quella che è la quota di contributi previdenziali che viene pagata oggi dalle aziende».
CALDERONE: “DECRETO LAVORO? NESSUN RISCHIO DI AUMENTO PRECARI”
Insomma, secondo la Ministra Calderone, l’esecutivo è al lavoro per dare continuità alle azioni già iniziate e intraprese con la prima Manovra: «Nessuno ha il desiderio di fare manovre spot, il bisogno è quello di sostenere le famiglie». Si tratta infatti di misure «necessarie», anche se temporanee come quelle sul taglio del cuneo fiscale: «Effettuare un’altra operazione a pochi mesi dalla manovra di bilancio e destinare ulteriori quattro punti percentuali di riduzione è la dimostrazione che si vuole intervenire anche su questo aspetto, cioè quello di ridare forza alle retribuzioni», ha rilevato ancora la titolare del Lavoro l’indomani del Consiglio dei Ministri.
I 4 miliardi di spesa per il taglio del cuneo arrivano dall’approvazione del Def, ma restano interventi «verso chi lavora e altre misure in favore degli altri». In merito alla strutturalità delle norme sul lavoro – continua Calderone a Radio24 – occorre considerare la prudenza nell’intervenire sulla situazione attuale: «Il governo ha dimostrato proprio questo, attenzione ai conti e agli equilibri che fanno sì che ci sia la possibilità di utilizzare i risparmi. L’obiettivo è arrivare in legislatura a una riduzione del costo del lavoro e quindi taglio del cuneo fiscale e contributivo che possa essere strutturale lato azienda e lato lavoratore». Il taglio contributivo è importante ma non basta: «il nostro impegno è lavorare per creare le condizioni per rendere strutturale l’intervento. E’ il nostro obiettivo di legislatura». Su un punto Calderone si dice certa, rispondendo alle critiche di sindacati e opposizioni: «Non si verificherà nessuno aumento della precarietà. Non vedo tutta questa polemica», in quanto il Governo nel Decreto Lavoro approvato ieri «elimina le causali di difficile applicazione e che soprattutto potevano generare contenziosi, affidando alla contrattazione collettiva nazionale e territoriale la definizione delle causali. Oggi dunque si firma di fatto un contratto senza causali».