Tornando a parlare del caso di Marzia Capezzuti, la trasmissione Chi l’ha visto, in onda su Rai 3, ha cercato di dare una forma alle accuse di abuso ai danni del figlio minorenne avanzate da Barbara Vacchiano contro la povera vittima. I gip, infatti, in questi giorni hanno confermato la misura di custodia cautelare per la famiglia Vacchiano, e nell’ordinanza si legge anche come, appunto, le accuse di abuso fossero del tutto false.
Infatti, prima di avvisare la famiglia di Marzia Capezzuti dell’abuso ai danni del figlio, Barbara aveva, racconta Chi l’ha visto, inviato ad una sua amica una foto dell’atto sessuale tra i due, scrivendo “così fa esperienza”. Secondo l’ordinanza, “aveva fotografato l’amplesso e lo aveva invito all’amica del cuore commentandolo, fiera. Era sicuro che la Vacchiano non potesse aver immortalato in flagranza una violenza in quanto, se fosse accaduto, non avrebbe pensato a scattare la foto”. Secondo il giudice, Barbara “mirava a delegittimare in via preventiva” Marzia Capezzuti per ogni accusa “che la ragazza potesse muoverle successivamente”. (Agg. di Lorenzo Drigo)
Mariza Capezzuti e le accuse di abusi
Il caso di Marzia Capezzuti torna al centro di una nuova puntata di Chi l’ha visto? con un carico di ulteriori elementi. Secondo quanto emerso nella trasmissione di Federica Sciarelli, che segue la vicenda fin dalla scomparsa della 29enne – avvenuta nel marzo 2022 a Pontecagnano Faiano (Salerno) -, la cognata della vittima, Barbara Vacchiano, l’avrebbe accusata di aver abusato del figlio prima che la giovane sparisse. È l’ombra di un potenziale movente dietro l’omicidio? Al momento le indagini proseguono nel massimo riserbo, anche dopo la svolta impressa all’inchiesta con l’arresto di tre persone (tra cui proprio la donna, indagata insieme ad altre sei persone). Barbara Vacchiano è finita in carcere poche settimane fa e la misura cautelare sarebbe stata disposta anche a carico del marito, Damiano Noschese, e del loro figlio minorenne.
Un prezioso impulso all’attività investigativa sarebbe arrivato dalla testimonianza della figlia 22enne della donna, Anna Vacchiano, la quale avrebbe denunciato agli inquirenti i presunti maltrattamenti subiti da Marzia Capezzuti all’interno dell’abitazione della famiglia da cui poi la stessa 22enne si sarebbe allontanata. “Marzia poteva essere salvata“, ha dichiarato Anna Vacchiano ai microfoni di Chi l’ha visto?, aggiungendo al suo racconto un atroce accento con la descrizione di un episodio che avrebbe visto Marzia Capezzuti costretta a mangiare un mozzicone di sigaretta. Anna Vacchiano, secondo gli inquirenti, avrebbe inoltre raccolto la confessione del fratello minore sull’omicidio di Marzia Capezzuti nel corso di una drammatica videochiamata via social (“L’abbiamo finita, l’abbiamo strozzata“, avrebbe detto il ragazzo mimando anche alcune fasi del delitto).
“Barbara Vacchiano accusò Marzia Capezzuti di abusi sul figlio”: la ricostruzione a Chi l’ha visto?
Secondo quanto ricostruito dal programma di Rai 3, Marzia Capezzuti sarebbe stata destinataria di una pesantissima accusa da parte della cognata Barbara Vacchiano prima della scomparsa. Quest’ultima, riferisce Chi l’ha visto?, avrebbe accusato la 29enne di aver abusato del figlio. Nel corso della nuova puntata del format condotto da Federica Sciarelli, si legge nelle anticipazioni, saranno trasmessi documenti inediti sulla vicenda di Marzia Capezzuti e un focus riguarderà proprio questo risvolto sinistro del caso.
Gli inquirenti non escluderebbero che l’omicidio di Marzia Capezzuti possa essere maturato nel contesto economico: la giovane era titolare di una pensione di invalidità e qualcuno potrebbe averle fatto del male per sfruttare i suoi soldi a proprio piacimento. Un’ipotesi che sarebbe rafforzata da alcuni elementi investigativi come la scoperta, nei mesi successivi alla sparizione della giovane, che il denaro di Marzia Capezzuti sarebbe stato regolarmente prelevato nonostante di lei si fosse persa ogni traccia. A fare quei movimenti non sarebbe stata la vittima, ma soggetti che sarebbero stati ripresi dalle telecamere esterne di una banca nell’atto di incassare contanti.