La polizia morale iraniana, incaricata di monitorare l’abbigliamento e il comportamento di donne e uomini, non ha ancora ripreso le sue attività. Il regime però non sembra intenzionato a fare concessioni sulla questione dell’hijab e moltiplica le misure dirette e indirette per costringere le donne al rispetto della legge. In Iran, però, non si placa la “ribellione” delle giovani e meno giovani, che continuano a uscire ogni giorno per strada senza velo.
Il 4 aprile, il Leader Supremo, Ali Khamenei, ha denunciato “lo svelamento delle donne” come atto “proibito, religioso e politico”, promettendo che la questione “sarebbe stata certamente risolta”. Alle autorità del potere, in particolare alla polizia e alla giustizia, ha dato ordine di intervenire senza indugio. Da quella data, le donne hanno iniziato a ricevere messaggi con l’ora e il luogo di avvistamento grazie a una telecamera di sorveglianza. A chi esce senza velo, infatti, le autorità scrivono: “In caso di recidiva si avviano procedimenti giudiziari e di polizia“.
Almeno 500 locali chiusi
Come racconta Le Monde, Parnia, una delle donne perseguitate dal regime, è stata avvisata di essere stata avvistata senza velo. La sua auto è stata sequestrata per due settimane. “Non so se il messaggio mi è stato inviato perché sono il proprietario dell’auto nella foto o perché l’Iran ha utilizzato telecamere per il riconoscimento facciale”, si chiede la giovane. Un altro mezzo utilizzato dal regime è la chiusura delle attività commerciali che accolgono donne iraniane senza velo. Secondo le stime del canale persiano della BBC, sono almeno 500 ristoranti, caffè, farmacie e altri gli negozi chiusi in tutto il Paese tra il 20 e il 27 aprile.
A fine mese la giornalista Nazila Maroufian ha raccontato su Twitter come la sua corsa in taxi fosse stata rifiutata da sei diversi autisti perché “non aveva accettato di mettersi una sciarpa in testa“. Come si legge nel post, le è stato detto: “Non prendiamo donne senza jab”. Per strada, sempre più uomini e donne al servizio del regime filmano i manifestanti per “denunciare” chi non rispetta le folli regole del potere.