Sulle pagine del quotidiano francese Le Monde è stato presentato lo strano caso dell’oligarca ucraino che sarebbe scappato a Zurigo, in Svizzera, per reinventarsi prete ortodosso. L’uomo, un miliardario filorusso di nome Vadim Novinski, non figura in nessuna delle liste dei ricercati internazionali, né risulta essere tra i russi colpiti dalle sanzioni dopo lo scoppio della guerra. Tuttavia, a cercarlo, sarebbe lo stesso governo di Kiev.
Vadim Novinski, l’oligarca ucraino, ha 59 anni ed attualmente occupa circa la 214esima posizione dell’elenco dei miliardari stilato da Forbes, con un patrimonio stimato attorno al miliardo e mezzo di dollari. L’uomo, che attorno a marzo dello scorso anno, appena dopo lo scoppio della guerra, era scappato dall’Ucraina, sparendo nel nulla. Da lì sarebbe stato, poi, avvistato e riconosciuto tra i celebranti della chiesa russa ortodossa della Ressurrezione, a Zurigo. Poco prima di Pasqua l’oligarca ucraino aveva parlato con i giornalisti per la prima volta, raccontando di essere arrivato lì dalla Germania, passando per la Svizzera, e che in futuro desidererebbe tornare in Ucraina.
Chi è l’oligarca ucraino e perché Kiev lo cerca
Insomma, l’oligarca ucraino sembra essersi reinventato una vita a Zurigo, lontano dall’Ucraina, che il 10 aprile lo aveva sottoposto al congelamento di alcuni beni. L’uomo, infatti, è ricercato per via del suo “sostegno alle azioni e alle politiche della Federazione Russa, che minacciano l’integrità territoriale, la sovranità e l’indipendenza dell’Ucraina”. Dopo aver congelati alcuni bene per 95 milioni di dollari, nella casa di Vadim Novinski le autorità hanno anche trovato alcuni documenti compromettenti.
L’oligarca ucraino è nato, in realtà, in Russia, ed è stato naturalizzato dall’Ucraina solamente nel 2012, quando ha ricevuto la cittadinanza. Una circostanza piuttosto comune tra gli oligarchi, inviti da Mosca in quello che era considerato un territorio cruciale. Sarebbe, poi, diventato ricco grazie ad una collaborazione con Rinat Akhmetov, il famoso re dell’acciaio di Donetsk, proprietario delle acciaierie Azov a Mariupol, di cui l’oligarca ucraino divenne anche azionista. Dopo lo scoppio della guerra si è schierato a favore dell’Ucraina, ma questo non sarebbe bastato a non far insospettire Kiev, che ha subito aperto un’indagine per frode contabile e fiscale, oltre che per “aiuto allo Stato aggressore“.