Il nuovo decreto legge sul lavoro, approvato dal Consiglio dei ministri il primo maggio, contiene, com’è ormai noto, la riduzione del cuneo fiscale, la sostituzione del Reddito di cittadinanza con l’assegno di inclusione sociale e lavorativa, il contributo di accompagnamento al lavoro, gli incentivi per il lavoro giovanile, misure per la disabilità e varie altre norme. Questo, almeno, il riassunto fornito dalla presidente Giorgia Meloni e redatto nella nota diffusa. Ma la bozza del decreto conterrebbe in realtà anche altri punti, riguardanti soprattutto l’industria del turismo, capitoli che sarebbero attualmente ancora in attesa di una verifica contabile da parte dei ministeri competenti, prima di arrivare alle discussioni alle Camere per la conversione in legge entro la data prevista del 10 maggio e alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.
Si tratterebbe (il condizionale è d’obbligo) dell’innalzamento della soglia dei voucher a 15 mila euro e nessun limite di età per i contratti di apprendistato professionalizzante per le aziende del settore turismo, terme, fiere e parchi divertimento (una misura peraltro già prevista da tempo). La bozza del decreto prevederebbe anche la liberalizzazione dei contratti di apprendistato professionalizzante, eliminando la soglia massima di 29 anni ora in vigore, ma ancora una volta solo per le assunzioni nei settori turistico e termale, e per un periodo pari a tre anni a far data dall’entrata in vigore del decreto (quindi se l’entrata in vigore fosse il 15 maggio, la durata arriverebbe a maggio 2026). Sarebbe anche possibile stipulare il contratto di apprendistato professionalizzante con i soggetti di età superiore ai 40 anni in stato di disoccupazione, “ai sensi – riporta fiscoetasse.com – del comma 1 dell’articolo 19 del decreto legislativo 14 settembre 2015, n. 150 che definisce disoccupati i lavoratori senza impiego che firmano la immediata disponibilità al lavoro e a partecipare alle misure di politica attiva concordate con il Centro per l’impiego. Per questo comma non sono previsti limiti temporali”. Inoltre, verrebbe innalzata la soglia prevista per l’utilizzo di prestazioni occasionali (articolo 54-bis del decreto-legge 24 aprile 2017, n. 50) a 15.000 euro per gli utilizzatori che operano nei settori dei congressi, delle fiere, degli eventi, degli stabilimenti termali e dei parchi divertimento che hanno alle proprie dipendenze fino a venticinque lavoratori subordinati a tempo indeterminato.
Sono norme che dimostrano un’attenzione particolare per un settore che, solo per affrontare la nuova stagione estiva, avrebbe necessità di 100 mila nuovi addetti. Un recentissimo sondaggio di SWG per Confesercenti – reso noto il primo maggio – rivela che Il 36% delle imprese di turismo e commercio segnala di avere ancora difficoltà a reperire personale. Per superare i problemi, il 43% delle imprese ha fatto leva sull’offerta economica, sotto forma di incentivo (27%) o retribuzione maggiore rispetto al Ccnl di riferimento (16%). Il 19%, invece, si è rivolto a un’agenzia di lavoro privata. Il 31%, però, non è riuscito comunque a trovare gli addetti necessari, e per far fronte alla carenza progetta di tagliare i servizi offerti ai clienti. Eclatante il caso di un paio di strutture venete, che hanno surrogato i camerieri introvabili con due robot… Per risolvere il problema, sostiene Confesercenti, bisogna garantire maggiore flessibilità contrattuale e rafforzare le politiche attive e per la formazione. “Se confermate, le misure previste dal DL Lavoro vanno nella giusta direzione. Bene il taglio del cuneo fiscale, ma sarebbe opportuno detassare pure i futuri aumenti contrattuali riferiti ai Ccnl comparativamente più rappresentativi, anche in considerazione del fatto che sono aperti i tavoli negoziali dei Ccnl di Terziario e Turismo che impattano su più di 8 milioni di lavoratori. Da reintrodurre anche i voucher e, in forma semplificata rispetto al passato, il job sharing, eliminando inoltre il tetto di ore minime che molti Ccnl ancora impongono per il part-time. Per gli stagionali del turismo servirebbe un decreto ad hoc, con misure come il credito d’imposta alle imprese per sostenere vitto e alloggio degli stagionali e favorire così la mobilità interregionale. Su questo, si potrebbe impegnare anche la Bilateralità. Prioritario, però, è agire sulle politiche attive: non si può lasciare l’incontro tra domanda e offerta a iniziativa privata e passaparola. Da rivedere anche la formazione: va ripristinato un rapporto stabile tra scuola e lavoro per agevolare l’ingresso dei giovani nei nostri settori. Restano inadeguati, inoltre, i Decreti Flussi, con click day che avvengono sempre a stagione già iniziata. È inoltre necessario facilitare la formazione dei lavoratori nei Paesi di origine, consentendo l’ingresso dei soggetti già formati fuori dalle quote stabilite”.
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