Secondo alcune fonti interne del ministero della Difesa, citate dal quotidiano il Corriere della Sera, le munizioni in dotazione all’esercito italiano stanno iniziando a scarseggiare in modo preoccupante. In generale, infatti, anche nei negozi si faticano a trovare gli esplosivi e la polvere da sparo, in un problema (per quanto vecchio e noto) la cui entità potrebbe mettere a rischio la stessa sicurezza nazionale.
Le Forze Armate, attualmente, scarseggiano per quantità di munizioni, fatto che le metterebbe, sostiene la fonte interna, in “seria difficoltà“. A venir meno, infatti, potrebbero essere i principi della difesa, le cui esigenze, secondo il ministro Crosetto, “impongono la disponibilità di scorte adeguate”. Lo stesso ministro, d’altronde, già a marzo in una seduta della Camera aveva sottolineato l’esigenza di “ripristinare il materiale concesso a Kiev” con i sei decreti aiuti. A tal fine nei giorni scorsi Roma ha provato a chiedere aiuto a Washington per sopperire alla mancanza di munizione, ma il governo degli Stati Uniti avrebbe risposto che “bisogna mettersi in fila“, una lunga fila, in cui figurano la maggioranza degli stati europei.
Perché le munizioni scarseggiano
Complessivamente, la carenza di munizioni starebbe colpendo tutti i livelli delle Forze Armate italiane, e secondo alcuni alti ufficiali dello Stato maggiore, citati ancora dal Corriere, in caso di attacco “la capacità di resistenza [dell’Italia] sarebbe valutato tra le 48 e le 72 ore“. Lo stesso Copasir ha confermato la carenza, sottolineando che gli aiuti a Kiev sono pesati anche sugli scaffali dei negozi di armi.
La carenza di munizioni, tuttavia, non è un problema esattamente nuovo ed è noto già da circa un decennio. In questo tempo, infatti, la maggioranza delle aziende produttrici (i due terzi) hanno abbandonato le produzioni in Italia, preferendo altri mercati più floridi. Innegabile rimane anche l’incidenza della guerra in Ucraina, che ha portato all’invio di ben sei pacchetti di aiuti, tra armi, razzi, missili ed, ovviamente, munizioni. Attualmente, la Difesa attesta che il grado di efficienza dei carri corazzati è di circa il 25/30%. L’Aeronautica gode di ottimi aerei, ma il numero di missili è decisamente inadeguato, mentre la Marina, pur contando a sua volta su una flotta moderna, con le sue attuali munizioni, in combattimento, non durerebbe più di sette giorni.