La foto di Silvio Berlusconi con i fratelli Graviano? Tutta fantasia per Salvatore Baiardo. L’ex collaboratore dei boss, al centro della vicenda della sospensione di Non è l’Arena di Massimo Giletti a La7, è tornato a ribadirlo. Lo ha fatto in un’intervista a Libero in cui precisa che non è un pentito. «Assolutamente no, anche perché non ho niente da pentirmi, come Baiardo Salvatore, di quello che ho fatto e non ho neanche da pentirmi davanti ai magistrati». Baiardo, che ha scontato 4 anni e mezzo di carcere per aver favorito la latitanza dei fratelli Graviano, racconta di averli conosciuti nel 1989 tramite parenti che abitavano a Palermo. Solo nel 1992 ha capito chi erano davvero, cioè i boss del quartiere Brancaccio. «Così dicevano. Però ho visto anche che le loro intenzioni erano di rimanere al Nord per uscire da certi ambienti, cercando di cambiare vita», precisa Baiardo.
Un mafioso può cambiare vita, se lo vuole. Ed è quello che avrebbero provato a fare i fratelli Graviano a detta di Baiardo, il quale nega che siano tornati in Sicilia. «Sono balle, sono invenzioni delle procure. (..) A me non risulta. Non so se magari in un giorno facessero una toccata e fuga. Non lo so, questo può succedere. Io non è che fossi proprio sempre attaccato a loro». Salvatore Baiardo è anche colui che ha affittato una villa in Sardegna per i fratelli Graviano, ed è pure su questo che si parla parecchio, perché poco più avanti c’era quella di Silvio Berlusconi.
BAIARDO VS GILETTI “DICHIARAZIONI ASSURDE”
Salvatore Baiardo nega di aver mai accompagnato i fratelli Graviano da Silvio Berlusconi. «Assolutamente no. Mai. Non credo nemmeno che si siano mai conosciuti». Nell’intervista a Libero chiarisce che in sua presenza non si sono mai visti. A proposito della foto in cui sarebbero ritratti Silvio Berlusconi, Giuseppe Graviano e il generale dei carabinieri Francesco Delfino, l’ex collaboratore dei boss ha spiegato di esserne venuto a conoscenza alla procura di Firenze il 27 marzo scorso durante un interrogatorio. «Io ne sono venuto a conoscenza solo allora. Non avevo nemmeno mai saputo che esistesse una foto del genere». Baiardo non ha idea se esista davvero e chi ce l’abbia eventualmente: «I magistrati mi hanno detto che Massimo Giletti afferma di averla vista e perfino toccata nel mese di luglio 2022». Lui afferma di non averla né vista né toccata: «E mi domando perché Giletti non lo abbia detto prima. Risiede lì l’assurdità delle sue dichiarazioni. Penso che dovrà provare tutte queste cose. Perché sono proprio campate per aria. Eppure i magistrati sostengono che esiste in quanto lo ha detto Giletti, che è persona credibile. Mentre la parola di Baiardo, un pregiudicato, vale molto, ma molto meno». Nell’inchiesta, prorogata per due anni con ipotesi di reato a carico di Silvio Berlusconi e Marcello Dell’Utri, vede coinvolto Baiardo come persona informata sui fatti.
“AVEVO CHIESTO AIUTO A PAOLO BERLUSCONI…”
Se con Silvio Berlusconi e Marcello Dell’Utri non ha avuto rapporti, con Paolo Berlusconi invece c’è stato un incontro in ufficio, ma pare per questioni di lavoro. «Avevo chiesto un aiuto per risolvere i problemi con la mia gelateria, perché avevo anche il vizio del gioco e questo mi aveva comportato un po’ di difficoltà economiche. E quindi ho chiesto di un intervento. Ma non minacciandolo, com’è stato raccontato da altri». Quando nell’intervista a Libero gli viene chiesto se non potesse chiedere un po’ di soldi alla mafia, Baiardo chiarisce: «Io non ho più avuto rapporti con la mafia». Eppure c’è chi lo definisce il portavoce dei fratelli Graviano: «Sì, i magistrati come Nino Di Matteo e anche l’ex magistrato oggi senatore dei 5 Stelle Roberto Scarpinato continuano a sostenerlo». Baiardo, però, nega di aver mandato un messaggio a Berlusconi da parte dei Graviano: «Nella loro fantasia sì». Sostiene, infatti, di non aver avuto più rapporti con loro da quando i fratelli furono arrestati nel 1994. Lo stesso vale per i familiari e gli ambienti mafiosi. Poi nel 1995 è stato arrestato lui ed è uscito dal carcere nel 1999. Quando poi ha avuto delle difficoltà, si è rivolto a Paolo Berlusconi, perché voleva «una cosa pulita». Infine, Baiardo spiega che, in base a quel che sa, Silvio Berlusconi non ha raccolto denaro dalla mafia in Sicilia, invece i Graviano sostengono che il nonno, insieme ad altri, gli hanno dato miliardi. «Lo hanno detto in tribunale al processo noto come quello della ‘ndrangheta stragista e successivamente in un interrogatorio in carcere anche al giudice Tescaroli, che il nonno ha messo 20 miliardi, insieme ad altri commercianti di Palermo», conclude Baiardo.