Malcolm McDowell, all’anagrafe Malcolm John Tayolr ma meglio conosciuto come Alex Delarge, il teppista dell’ Arancia Meccanica, alla soglia degli 80 anni si è raccontato al Corriere della sera, parlando di aneddoti durante la registrazione del film e del rapporto con Stanley Kubrick. Quel capolavoro della cinematografia internazionale gli ha permesso di raggiungere la fama mondiale, facendogli anche vincere un Golden Globe nel 1972 come miglior attore di film drammatico.
Il suo curriculum vanta poi anche altri importanti film, come ‘Star Trek- Generazioni’, ‘Caligola’ per Tinto Brass e ‘Evilenko’, per il quale ha vinto anche un nastro d’argento europeo. Ma è stata l’esperienza con Kubrick ad averlo segnato, professionalmente e non solo. Quello descritto da McDowell era un rapporto con un genio, con cui però non sono mancati litigi con tanto di parolacce. “Quando litigavamo volavano parolacce tra noi. Aveva richieste maniacali, delle vere ossessioni sul set”. Queste le parole dell’attore.
MALCOLM MCDOWELL “KUBRICK MI HA IMBROGLIATO”
Nonostante non manchi di riconoscere la fortuna a cui lo portò Kubrick, il noto attore nel corso dell’intervista rivela anche alcuni elementi sconcertanti già portati alla luce in altre occasioni. “Sono stato fregato, ero un giovane attore che ha dovuto promuovere gratuitamente il film. Stanley mi ha imbrogliato facendomi firmare una carta in cui c’era scritto che avrei rinunciato al 2,5 percento degli incassi. All’anteprima, sui credits, vedevo il suo nome dappertutto, Kubrick di qua, Kubrick di là, tanto che mi chiesi stupefatto: ehi, non c’è nessun altro che ha fatto questo film?”(…)”Non era semplice lavorare con lui, tuttavia sono stato fortunato, era un genio dal carattere impossibile”.
Questo il ricordo sul grande cineasta della storia del cinema, morto nel 1999. Il drugo dell’Arancia Meccanica, dichiaratosi pacifista contrariamente al ruolo interpretato in quel film, ci tiene a difendere il film criticato all’epoca: “La stampa, come il New York Times, ci accusò di essere fascisti, di aver reso divertente il mio personaggio. (…) Nemmeno allora, se non ci fosse stato Stanley, dubito che le major avrebbero finanziato un film del genere, per quanto non risultò così costoso”.