Una donna di 26 anni di origine franco-turca è stata privata venerdì della cittadinanza francese in seguito ad alcune accuse di terrorismo islamico. Già processata, condannata ed incarcerata nel 2017, ora si è vista anche privare della sua nazionalità, acquisita legalmente nel 2010, mentre i suoi legali promettono di fare ricorso contro la Giustizia francese. Sembrano, d’altro canto, essere in crescita i casi in cui i cittadini immigrati in Francia si vedono revocata la cittadinanza a causa di accuse riguardanti il terrorismo islamico, e secondo il quotidiano Le Figaro sono stati, del 2019 ad oggi, ben 18 (più di 4 all’anno), rispetto ai 13 contati nel periodo dal 2002 al 2018 (meno di 1 all’anno).
Unzile Nur Sert: la 26enne privata della cittadinanza per terrorismo islamico
Non è una novità che in Francia si tengano gli occhi puntati contro i possibili casi di terrorismo islamico, trattandosi a tutti gli effetti di una delle nazioni maggiormente colpite dall’ondata di violenza causa dall’ascesa dell’ISIS. Unzile Nur Sert, dal conto suo, non era esattamente una cittadina modello, e già nel 2016 era stata catturata, e poi incriminata l’anno successivo, assieme a sue amiche, con le quali stava progettando diversi attentati verso alcuni obiettivi sensibili.
La donna accusata di terrorismo islamico è nata a Lione, da genitori franco-turchi ed aveva acquisito la cittadinanza francese nel 2010, all’età di 13 anni. A marzo del 2016, poi, era stata arrestata assieme ad alcune amiche, tutte rilasciate perché minorenni, per aver pianificato (senza, fortunatamente, riuscire a compierli) alcuni attentati nella regione di Parigi. Condannata a cinque anni di carcere, con sei mesi di sospensione con l’accusa di associazione a delinquere a sfondo di terrorismo islamico, dopo tre anni aveva ottenuto al condizionale. Secondo i suoi legali, che hanno commentato la revoca della cittadinanza, avrebbe però già scontato sufficientemente la sua pena con la società, ed avrebbe intrapreso un percorso di reinserimento culminato con un contratto lavorativo a tempo indeterminato firmato il primo febbraio di quest’anno.