Recentemente il gruppo Meta, che possiede Facebook, Instagram, WhatsApp e Oculus, è finito al centro di una nuova controversia negli USA. Ad esprimersi, ancora una volta, è stata la FTC, ovvero la Federal Trade Commission (un’associazione governativa per la tutela dei diritti dei consumatori), che lamenta una scorretta gestione dei dati degli utenti, specialmente di quelli minorenni, tutelati dalla legge americana.
Insomma, l’ente governativo USA accusa Meta e Facebook di aver violato le norme sulla privacy varate nel 2020 e già contestate, in altre occasioni, all’azienda. L’idea alla base di questa nuova mozione è impedire al colosso digitale di guadagnare sui dati degli utenti di età inferiore a 18 anni, circostanza considerata un “rischio sostanziale per il pubblico”. Lo stesso ente, inoltre, avrebbe chiesto a Meta e Facebook di rivedere le norme USA su Messenger Kids che dovrebbe impedire a chi lo usa di entrare in contatto con estranei non approvati da un profilo “genitore”, circostanza che si è scoperto essere facilmente aggirabile con le chat e le videochiamate di gruppo.
La risposta di Meta e Facebook alle accuse della FTC
Insomma, le richieste dell’ente governativo USA per Meta e Facebook sono semplici e mirano ad una più comprensibile normativa sulla privacyriconoscimento facciale.
Dal conto loro, Meta e Facebook hanno risposto all’ente USA sottolineando di aver “speso ingenti risorse per costruire e implementare un programma sulla privacy leader del settore, secondo i termini del nostro accorso con FTC”. Il portavoce Thomas Richards ritiene che “FTC non ha fornito alcuna opportunità per discutere questa nuova teoria totalmente senza precedenti”. Secondo Meta e Facebook, infatti, la FTC degli USA starebbe “cerando di usurpare l’autorità del Congresso per stabilire standard a livello di settore, consentendo a società cinesi, come TikTok, si operare senza vincoli sul suolo americano”, promettendo un ferma opposizione e battaglia al provvedimento.