QATARGATE, RILASCIATI TARABELLA E GIORGI DAI DOMICILIARI: ECCO PERCHÈ
Dopo la scarcerazione di tutti i principali accusati nella maxi inchiesta Qatargate – da Panzeri a Figà Talamanca, come Eva Kaili e Cozzolino – e inviati tutti ai domiciliari, novità importante arriva dal Belgio con il rilascio immediato dell’eurodeputato socialista Marc Tarabella e l’assistente parlamentare Francesco Giorgi, compagno della ex vicepresidente del Parlamento Ue Kaili. I due accusati di riciclaggio, corruzione e associazione a delinquere erano agli arresti domiciliari dopo i primi mesi passati in carcere in Belgio per l’inchiesta Qatargate.
Ora la procura federale del Belgio evidenzia che «la loro carcerazione preventiva non era più giustificata», anche se non sono state per ora specificate le condizioni poste del rilascio in libertà. Tanto Tarabella quanto Giorgi non dovranno d’ora in poi più indossare il braccialetto elettronico reso obbligatorio dopo l’invio ai domiciliari negli scorsi mesi.
NOVITÀ SULL’INCHIESTA QATARGATE DALLA CORTE DI MILANO: BLOCCATA L’ESTRADIZIONE DI BELLINI
Mentre il giudizio sull’estradizione di Andrea Cozzolino è stato rinviato già 5 volte, è netto lo stop all’estradizione di Monica Rossana Bellini in merito all’inchiesta Qatargate: la commercialista di Antonio Panzeri, nonché collaboratrice del Pd milanese, non deve essere consegnata ai giudici del Belgio. La decisione è giunta stamani dalla Corte d’Appello di Milano dopo aver respinto la richiesta dei magistrati di Bruxelles incaricato dell’inchiesta Qatargate: l’arresto di Bellini era avvenuto lo scorso gennaio con mandato di cattura europeo spiccato dalla procura federa di Bruxelles.
Revocando anche la misura coercitiva del divieto di espatrio per Bellini, i giudici milanesi hanno stabilito che non vi sono gli estremi per un’estradizione in Belgio: le accuse formulate contro Bellini – ovvero associazione per delinquere, corruzione e riciclaggio, le medesime accuse a carico di Panzeri, Kaili e Giorgi – vengono definite vaghe e con molte zone d’ombra. Per i pm belgi la Bellini avrebbe svolto «un ruolo importante nel rimpatrio di denaro contante dal Qatar», ovvero le presunte tangenti, «provenienti dal Qatar» assieme «a Silvia Panzeri», figlia dell’ex Pd e Art.1. Sarebbe poi stata la stessa commercialista a mettere in piedi una struttura di società «per garantire un flusso di denaro con apparenza legale»: questo ha rivelato Giorgi negli interrogatori, accusando Panzeri di aver fatto pressing su Bellini per mettere in piedi tale società. Ora però la Corte di Milano blocca tutto perché ritene piuttosto vaghe tali accuse: «Gli atti d’accusa sono stati formulati in maniera assai vaga» e gli stessi giudici di Bruxelles, aggiunge la Corte d’Appello – come riporta l’Agenzia ANSA – di fronte alle richieste di chiarimenti dei magistrati milanesi «hanno opposto un persistente silenzio». Il Belgio – conclude l’atto firmato dai giudici Nova-Arnaldi-De Magistris – poteva usare «strumenti giudiziari diversi rispetto all’arresto e alla consegna, come un interrogatorio per rogatoria, per andare avanti nelle indagini sulla professionista, che è cittadina italiana».