Stipendi più alti e gas gratis. Questa la mossa di Recep Tayyip Erdogan per vincere le elezioni in Turchia. Alla luce dell’attivismo dell’opposizione e dei sondaggi che lo danno in svantaggio al primo turno, il presidente uscente si gioca il tutto per tutto per evitare sorprese. Partiamo dai sondaggi, che non fanno dormire sonni tranquilli a Erdogan. La base elettorale non è compromessa, ma la vittoria non appare facile, visto che il principale rivale, Kemal Kilicdaroglu, è dato al 49%. Stando a quanto riportato da Politico, il presidente uscente invece è fermo al 45%. Per il secondo turno, invece, la previsione è di parità: 50 vs 50%. Per questo Erdogan ha deciso di innalzare i salari per alcune categorie di lavoratori e ha promesso gas gratuito per l’uso domestico.
Il piano del presidente uscente è di garantire l’aumento del salario minimo per almeno 700mila impiegati fino a 15mila lire turche, l’equivalente di 700 euro. Rispetto a prima, l’aumento dello stipendio è del 45%, quasi in linea con il livello di inflazione, che è ormai pari al 50% in Turchia. Lo stesso Erdogan ha confermato di aver messo a bilancio questa misura, quindi non si tratta di una promessa, ma di un provvedimento in fase di attuazione che vedrà i propri frutti dal mese prossimo. Per oltre mezzo milione di famiglie si tratta di una boccata d’ossigeno, alla luce della fase di stallo che sta attraversando l’economia turca, tra i postumi del Covid e quelli del terremoto del 6 febbraio scorso. Ma non è finita qui.
TURCHIA, DAGLI AUMENTI DEI SALARI AL GAS GRATIS
La guerra in Ucraina non ha fatto solo galoppare l’inflazione, ma nel caso della Turchia ha anche garantito massicci investimenti da parte dei russi colpiti dalle sanzioni europee. Visto che il costo della vita è sempre più alto per il ceto medio turco, il presidente turco ha deciso di garantire gas gratis per le utenze domestiche. Questa norma prevede la fornitura gratuita di almeno 25 metri cubi di gas naturale per le famiglie almeno per i prossimi 12 mesi, giusto il tempo di veder calare l’inflazione, secondo il piano del leader e fondatore dell’Akp. Questa mossa è possibile grazie all’autosufficienza energetica della Turchia. In realtà, i giacimenti scoperti nel Mar Nero e l’attivazione della prima centrale nucleare, costruita dal colosso russo Rosatom, porteranno benefici solo nel medio termine. Inoltre, da sempre la Turchia dipende per il 90% dalle forniture di gas e petrolio straniere, in particolare dalla Russia di Vladimir Putin, che copre oltre un terzo del fabbisogno turco, sommandosi a quelle in arrivo da Iran e Azerbaigian. Non a caso, evidenzia Italia Oggi, gli analisti leggono nella narrazione di Erdogan il segnale di una crescente dipendenza da Putin, che renderà la Turchia un nuovo hub energetico per tutta l’Europa. Quindi, Erdogan potrà etichettare come gas turco quello che in realtà sarebbe gas russo, e Putin esportare di nuovo verso il mercato europeo il gas che prima transitava per il Nord Stream russo-tedesco, messo fuori gioco con l’attentato del settembre 2022.