L’importanza della salute mentale è ancora più evidente dopo la pandemia e anche gli italiani sentono il bisogno di un supporto psicologico in molti casi. Sette persone su dieci vorrebbero andare dallo psicologo, ma devono rinunciarvi per motivi economici. Quasi uno italiano su cinque (17%) si è rivolto alle cure specifiche di un medico: parliamo di una percentuale simile tra uomini (16%) e donne (18%). Il numero aumenta sensibilmente, fino al 25%, nella fascia di popolazione più giovane, quella dai 18 ai 35 anni.
Come rivela l’indagine realizzata dall’Istituto Piepoli per il Consiglio nazionale dell’Ordine nazionale, l’86% degli intervistati vorrebbe l’introduzione della figura dello psicologo a scuola. Percentuale molto alta, dell’89%, per chi ritiene che l’assistenza psicologica sia un diritto pubblico e che debba essere accessibile a tutti gratuitamente attraverso il SSN. Il campione preso in esame è rappresentativo della popolazione italiana ed è composto da uomini e donne maggiorenni.
I dati confermano il “Cambiamento socioculturale”
Secondo la rilevazione dell’Istituto Piepoli per il Consiglio nazionale dell’Ordine nazionale, quasi un cittadino su due (47%) si rivolgerebbe a uno psicologo o psichiatra in caso di problemi di natura psicologica. Solo il 38% ne parlerebbe prima con le persone care. Secondo il 58% degli intervistati, la pandemia ha cambiato il modo di approccio delle persone con i problemi psicologici: ora si è più propensi a chiedere aiuto per il 26%, si parla più facilmente dei problemi psicologici per il 20% e con meno vergogna e si affrontano più apertamente i problemi (18%). Il benessere psicologico è però peggiorato rispetto a un anno fa (-15%) soprattutto nella fascia 35-54 anni (-23%). Le fonti di stress principali sono la condizione economica, la salute fisica, l’aumento dei prezzi e così via.
Il presidente del Cnop, Davide Lazzari, ha affermato: “L’indagine conferma il cambiamento socioculturale rispetto ai problemi psicologici. Sempre più si chiede la stessa dignità della salute fisica, sia nella prevenzione che nella cura. Una persona su dieci che rinuncia alle cure per mancanza di risorse denuncia un forte ritardo nel garantire una assistenza pubblica. Purtroppo i costi umani ed economici dei mancati interventi sono un peso grande che paga tutto il Paese”.