MINISTRA RIFORME CASELLATI FA IL PUNTO: “NO PRESIDENZIALISMO, SUL PREMIERATO…”
Dopo le polemiche trasversali tra forze di maggioranza e opposizioni in merito alle consultazioni avvenute lo scorso 9 maggio alla Camera tra Governo Meloni e partiti di minoranza, su “La Stampa” interviene la Ministra per le Riforme Maria Elisabetta Alberti Casellati per fare il “punto” sull’avanzamento dei colloqui dopo le prime interlocuzioni avvenute a gennaio con le varie forze politiche. Presidenzialismo, Premierato, “Sindaco d’Italia”, cancellierato, Semi-Presidenzialismo e quant’altro: la carne a fuoco è parecchia e per l’ex Presidente del Senato alcuni sono i punti fermi fissati nel colloquio con tutte le opposizioni.
«I tempi sono maturi per una riforma condivisa», afferma Casellati, aggiungendo però subito dopo «Per quello che riguarda il capo dello Stato, nessuno vuole toccare le sue prerogative, nessuno mette in dubbio il ruolo fondamentale che ha avuto e che ha nel nostro Paese. Né da parte della maggioranza c’è alcuna preclusione a mantenere l’attuale modalità di elezione del presidente della Repubblica. Ripeto. Il nostro è un campo aperto». Se sul fronte Quirinale non si vuole toccare l’impianto generale – ergo, difficile vedere la nascita della riforma di tipo Presidenzialismo, ecco che si può ragionare invece su maggiori poteri al Capo di Governo: «Abbiamo registrato un orientamento prevalente a favore del premierato, anche se con accenti diversi, da parte delle opposizioni». In merito al cancellierato alla tedesca, qui Casellati sembra chiudere la porta alle proposte della sinistra: «Variamente proposto nella interlocuzione con le opposizioni, indebolisce molto la figura del presidente della Repubblica, che tutti a parole dicono di voler esaltare».
“BICAMERALE NON SERVE. PD PRENDE DISTANZE DA SE STESSO”: COSA HA DETTO CADELLATI
Dal confronto di martedì un altro punto fermo raggiunto è stato quello unanime di affermare che «le riforme costituzionali servono per dare finalmente stabilità al governo del nostro Paese. 68 governi in 75 anni di storia repubblicana, con la durata media di 14 mesi, non sono accettabili». Sebbene le posizioni siano rimaste invariate rispetto alle consultazioni fatte da Casellati a gennaio con i partiti di opposizione, la volontà di confronto viene valutata come positiva dalla Ministra: «È un secondo giro che ha, nella presenza del presidente Meloni e dei vicepremier Tajani e Salvini, una grande rilevanza politica. Ha mostrato l’unità della maggioranza nel confrontarsi con le opposizioni prima di formulare un testo. Un approfondimento utile perché il tempo e lo scambio di idee portano spesso a ulteriori valutazioni da entrambe le parti».
In merito ai “paletti” fissati da Pd e M5s, Casellati non attacca a testa bassa ma valuta la complessità del colloquio: «veti su elezione diretta e no a toccare la figura del capo dello Stato? Non la metterei così. Noi non ci siamo presentati con una ricetta precostituita o con un testo predefinito, ma con un’agenda aperta, che poggia su due capisaldi: la stabilità e l’elezione diretta del presidente della Repubblica o del presidente del Consiglio». Per questo motivo, aggiunge la Ministra in quota Forza Italia, «non ho vissuto la proposta di non toccare la figura del presidente come un veto, ma come un’opzione che avevamo già messo in campo». Stoccata data a Schlein e al Pd viene data invece quando Casellati rileva «da un lato constato che il Pd ha preso le distanze da se stesso, perché dalla Bicamerale D’Alema alle due proposte della scorsa legislatura, Ceccanti e Parrini, chiedeva l’elezione diretta, addirittura del presidente della Repubblica, in un sistema di semipresidenzialismo alla francese. Dall’altro, resto francamente stupita dalla contrarietà dei 5 Stelle che hanno sempre fatto del coinvolgimento diretto del popolo, in tutti gli aspetti decisionali della società, la loro cifra identitaria tra piattaforme e referendum propositivi per consentire ai cittadini di partecipare direttamente alla formazione delle leggi sostituendosi al Parlamento». Capitolo finale riguarda la possibile composizione di una commissione bicamerale per le riforme, non del tutto convincente secondo Casellati: «Non sono contraria in maniera pregiudiziale ma i fatti sono chiari. In passato, a fronte di tempi troppo lunghi, non si è mai raggiunto alcun risultato. Preferisco lo strumento indicato per le riforme costituzionali dai Padri Costituenti nell’art.138 della Costituzione, che esalta il ruolo centrale del Parlamento quale sede naturale del dibattito politico. Abbiamo previsto un confronto ampio con numerosi e autorevoli costituzionalisti, che si terrà il prossimo 17 maggio nella sede del Cnel. Sarà – conclude la Ministra – un prezioso contributo che potrà ulteriormente alimentare la riflessione della politica».