In Cina è boom di richieste per un farmaco prodotto in Italia, utilizzato per curare il fegato. Si chiama UDCA e l’esplosione delle vendite dalle parti di Pechino lo si deve al fatto che i cinesi lo ritengono un medicinale in grado di prevenire il covid. Nonostante non vi sia alcun supporto scientifico a riguardo, lo scorso mese di febbraio, come si legge stamane sul Times, le esportazioni dall’Italia in Cina sono letteralmente esplose, portando ad un record di storico di export di 3 miliardi di euro in 30 giorni. Inizialmente il capo economista di IIF (Istituto finanziario internazionale), Robin Brooks, aveva temuto che l’Italia avesse utilizzato la Cina come appoggio per aggirare le sanzioni occidentali imposte alla Russia ma in seguito è emersa la verità, ovvero, il forte interesse della Cina per il farmaco generico che cura il fegato.
«Senza vaccini occidentali – le parole di Brooks che ha cercato di spiegare tale fenomeno – i consumatori cinesi stanno acquistando un farmaco per il fegato generico prodotto in Italia che si dice prevenga il Covid. Il farmaco in questione è un farmaco generico per il fegato e non è stato dimostrato se aiuti effettivamente a prevenire il Covid. Ma data la brusca inversione di marcia della Cina su Covid e l’improvvisa riapertura, i consumatori cinesi possono essere perdonati per aver pensato che qualcosa è meglio di niente…».
CINA, BOOM FARMACO UDCA: FARMACO USATO PER CONTRASTARE I CALCOLI
Brooks ha quindi aggiunto e concluso: «l’impennata delle esportazioni italiane verso la Cina non riguarda la possibile elusione delle restrizioni occidentali sulle esportazioni verso la Russia. Riguarda la politica cinese sui vaccini Covid occidentali e una corsa tra i cittadini cinesi per ottenere la prossima cosa migliore». Tale richieste sembrerebbero comunque essere già in forte calo visto che l’export italiano, da 3 miliardi di febbraio è sceso, a 1,8 miliardi di euro a marzo.
L’UDCA, acronimo di Acido Ursodesossicolico, è usato per ridurre il rischio di calcoli epatici di coloesterolo, ma in Cina si è diffusa l’idea che sarebbe in grado di proteggere dal covid soprattutto le persone deboli, e anche contro alcune varianti. Tenendo conto che in Cina non vi è alcun vaccino mRna contro il coronavirus, la popolazione sta utilizzando in massa questo metodo di “cura” forse per evitare eventuali nuove infezioni e di conseguenza nuovai lockdown.