Abusava di sua figlia e coinvolgeva nelle violenze altri uomini. L’incubo per la bambina è iniziato nel 2015, quando la piccola aveva solo tre anni, ed è andato avanti per quasi nove anni. Momenti agghiaccianti che sono stati anche ripresi, perché il papà pedofilo avrebbe filmato le violenze col cellulare. La ragazzina è riuscita a vedere la luce in fondo al tunnel quando lo scorso 19 aprile un ex fidanzato del padre si è presentato ai carabinieri di un paesino nel Lodigiano, dopo che il 46enne gli aveva fatto una proposta da far gelare il sangue. Arrivato in caserma, l’uomo ha mostrato ai militari una chat in cui il compagno gli chiedeva se voleva coinvolgere la figlia in un rapporto sessuale.
Stando a quanto riportato dal Messaggero, per dimostrare che l’idea era concreta, l’uomo gli aveva anche inviato foto e video che mostravano gli abusi subiti dalla bambina, lasciando quindi intendere che non era la prima volta. Da quei messaggi WhatsApp sono scattate le indagini che hanno consentito di svelare i dettagli dell’inferno che la bambina viveva ogni giorno. Il papà pedofilo ora è accusato di violenza sessuale aggravata e di produzione di materiale pedopornografico. In carcere da mercoledì scorso, quando è stato arrestato a Milano, l’uomo non ha negato gli abusi, anzi ha confessato, ma ha fornito al gip una versione diversa sulle tempistiche, perché sostiene di aver commesso le violenze solo negli ultimi tre anni.
“USAVA FIGLIA PER SODDISFARE PERVERSIONI SESSUALI”
Stando alla ricostruzione degli investigatori, le violenze sarebbero cominciate nove anni fa e proseguite fino alla denuncia dello scorso aprile. Il padre, spesso sotto l’effetto di droghe, abusava della figlia in casa, in auto e pure nel camper dove viveva negli ultimi tempi. Decisivi sono stati i video degli stupri, finiti agli atti dell’inchiesta coordinata dal pm Giovanni Tarzia. L’uomo, infatti, aveva iniziato a filmare quei rapporti sessuali col suo smartphone, realizzando diversi video che teneva per sé e che a volte usava per convincere altri uomini a partecipare agli stupri. Nell’interrogatorio davanti al sostituto procuratore e al gip Guido Salvini, il padre della bambina ha raccontato i suoi «deliri sessuali», precisando che sarebbero cominciati solo negli ultimi due-tre anni dopo la separazione dalla moglie. Il 46enne allora si è trasferito nel camper, iniziando a fumare crack e violentando la figlia ogni volta che lo andava a trovare.
Nell’ordinanza di custodia cautelare in carcere il giudice scrive che l’uomo, «in frequente stato di alterazione psico-fisica legata al consumo di sostanze stupefacenti», usava «a figlia per soddisfare le proprie perversioni sessuali all’interno del camper in cui vive, premurandosi anche di registrare gli abusi consumati». Lo smartphone dell’uomo è stato sequestrato ed esaminato per verificarne i contenuti. Ma anche l’audizione protetta della figlia ha «confermato il quadro allarmante emerso dalla denuncia presentata» contro l’uomo, caratterizzato da una «assenza di empatia e di scrupoli» che evidenziano la «capacità criminale dell’indagato».