Anna Vacchiano, figlia di Barbara Vacchiano – la donna arrestata con marito e figlio minorenne con l’accusa di un coinvolgimento nell’omicidio della 29enne Marzia Capezzuti a Pontecagnano Faiano (Salerno) – con la sua denuncia diede un impulso decisivo alle indagini permettendo agli inquirenti di focalizzare l’attenzione sulla famiglia che ospitava la vittima. Per l’importanza delle sue dichiarazioni, si sarebbe reso necessario sentirla con la formula dell’incidente probatorio così da cristallizzarne la testimonianza, e poche ore fa la 22enne si è presentata in aula davanti al gip.
Fortemente “turbata” e preda della paura di eventuali ritorsioni dei familiari, complici anche alcune minacce che avrebbe ricevuto dal fratello minore attualmente in carcere, Anna Vacchiano sarebbe rimasta in silenzio senza riuscire a pronunciare neppure il suo nome. Lo ha confermato a Chi l’ha visto? l’avvocato Nicodemo Gentile, legale che assiste la famiglia di Marzia Capezzuti nel procedimento sulla sua morte. In aula, ha spiegato Gentile, erano presenti anche i tre arrestati, Barbara Vacchiano, il marito Damiano Noschese e il loro figlio 15enne. La trasmissione di Federica Sciarelli ha mandato in onda un passaggio del drammatico racconto di Anna Vacchiano che l’accusa punta a blindare in vista delle fasi successive a carico degli indagati, dichiarazioni che avrebbe dovuto confermare in incidente probatorio ma che non sarebbe riuscita a ripetere davanti al giudice perché particolarmente provata e spaventata.
Caso Marzia Capezzuti: il racconto di Anna Vacchiano prima
Anna Vacchiano sarebbe l’unica della sua famiglia che, secondo il gip, avrebbe avuto un moto di coscienza per restituire a Marzia Capezzuti un minimo di giustizia. Sarebbero state le sue dichiarazioni, un anno fa, ad accendere un potente faro sulle condotte dei parenti ai danni della vittima, la 29enne milanese che per l’accusa sarebbe stata uccisa e forse fatta sparire per soldi. Qualcuno, dopo la scomparsa, ne avrebbe intascato la pensione di invalidità e l’inchiesta, aperta per omicidio, avrebbe registrato una sensibile accelerazione con l’arresto dei tre familiari di Anna Vacchiano: la madre Barbara Vacchiano, il marito di lei Damiano Noschese, e il figlio minore. Quest’ultimo sarebbe lo stesso che, nel corso di una confessione in videochat sui social, avrebbe detto alla sorella maggiore Anna Vacchiano che Marzia Capezzuti era stata uccisa, “strozzata”.
Poche ore fa, Anna Vacchiano era attesa in incidente probatorio per cristallizzare la sua testimonianza, caposaldo dell’accusa, ma sarebbe apparsa talmente turbata da non riuscire neppure a pronunciare le proprie generalità. Chi l’ha visto? ha mandato in onda un passaggio del racconto di Anna Vacchiano che si sarebbe rivelato determinante ai fini dei provvedimenti emessi a carico dei tre indagati finiti in manette. Da tempo, la giovane non abita più con la madre e il resto della famiglia ma durante una delle sue visite nell’abitazione in cui è cresciuta avrebbe avuto modo di apprendere delle violenze e delle torture subite da Marzia Capezzuti tra quelle mura. È stata Anna Vacchiano a raccontare che qualcuno, a casa della madre Barbara Vacchiano, avrebbe costretto la 29enne a ingerire un mozzicone di sigaretta ancora acceso. Un episodio che la stessa 22enne ha descritto a Chi l’ha visto? come “punto di non ritorno” che l’avrebbe spinta a denunciare. Già a marzo 2021 (cioè un anno prima della sparizione) Anna Vacchiano avrebbe notato lividi e un progressivo decadimento delle condizioni fisiche di Marzia Capezzuti. Le sarebbe sembrata sempre più magra, senza denti e molto spaventata. Le avrebbe chiesto conto del suo stato e, davanti alla sua insistenza, Marzia Capezzuti si sarebbe sfogata con lei: “Piano piano, nonostante un’iniziale reticenza, prese fiducia confidandomi che era stata mamma a picchiarla, a toglierle i denti con la tenaglia. La situazione era peggiorata dall’autunno 2021. Lei aveva paura di denunciare mamma o di scappare, io più volte cercavo di aiutarla a scappare, ma temeva mamma (…)“.