NASCE L’INTEGRUPPO PARLAMENTARE PER LA TUTELA DELL’ABORTO
Nasce oggi alla Camera l’Intergruppo parlamentare sull’aborto creato da esponenti del Centrosinistra, promosso dall’Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica: dalla tradizione dei radicali di Marco Cappato arriva fino in Parlamento il tentativo della sinistra di porre con ancor più fermezza i dettami della Legge 194 nella parte che consente l’interruzione di gravidanza (IVG) a tutte le donne che lo desiderano. Si è riunita ala Camera la prima riunione dell’Intergruppo parlamentare in materia di Salute Riproduttiva e Interruzione Volontaria di Gravidanza: lo scopo principale, scrivono gli aderenti, è «promuovere la corretta applicazione e l’aggiornamento della legge 194/1978, per poter garantire a tutte le donne, senza ostacoli di alcun tipo, il rispetto del diritto alla salute riproduttiva».
Dall’obiezione di coscienza alla durata dei tempi per un aborto legale, in quegli “ostacoli” contestati da parte del Centrosinistra risiede tutto lo scontro “aizzato” dalla vittoria del Governo conservatore di Giorgia Meloni, ritenuto potenzialmente in grado di modificare la Legge 194 (nonostante più volte la Premier e i Ministri abbiano del tutto smentito le ricostruzioni date dalla stampa di area progressista, confermando la volontà invece di dare piena attuazione alla legge sull’aborto nella parte di prevenzione e cura anche per il soggetto del concepimento). L’iniziativa dell’Intergruppo intende però dare attuazione pratica alla Petizione presentata dall’Associazione Luca Coscioni al Parlamento alla fine del 2022 e su cui ora è aperta una raccolta firme.
SINISTRA VUOLE RIMUOVERE “GLI OSTACOLI” SULL’ABORTO: CENTRODESTRA DISERTA L’INTERGRUPPO
I tre obiettivi puntati dall’Intergruppo parlamentare sull’aborto riguardano, nero su bianco, «ottenere la pubblicazione di dati aperti sullo stato di applicazione della legge 194 del 1978»; «aggiornare la legge numero 194 del 1978, nel rispetto del diritto alla salute delle donne»; «garantire la gratuità di tutti i moderni metodi contraccettivi». Fanno parte al momento dell’Intergruppo i seguenti parlamentari: Stefania Ascari (M5S); Susanna Camusso (PD); Cecilia D’Elia (PD); Benedetto Dalla Vedova (Misto, +Europa); Sara Ferrari (PD); Marco Grimaldi (Alleanza Verdi e Sinistra); Riccardo Magi (Misto, +Europa); Celestino Magni (Alleanza Verdi e Sinistra); Ilenia Malavasi (PD); Emma Pavanelli (M5S); Elisabetta Piccolotti (Alleanza Verdi e Sinistra); Lia Quartapelle (PD); Andrea Quartini (M5S); Rachele Scarpa (PD); Luigi Spagnolli (PD); Gilda Sportiello (M5S).
Il Centrodestra diserta però l’Intergruppo non condividendo né il contenuto né l’obiettivo finale sul tema del diritto all’aborto e diritto alla vita: «L’intergruppo appena nato è l’occasione di una effettiva cooperazione e sinergia politica nell’esclusivo interesse dei cittadini. L’applicazione pratica e concreta di quella che dovrebbe essere l’attività politica in materia di diritti fondamentali», dichiarano Filomena Gallo e Marco Cappato, rispettivamente segretaria e tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni, «Nel corso degli anni abbiamo evidenziato le criticità legate alla non corretta applicazione della legge 194 del 1978. Con questo intergruppo vogliamo quindi ottenere una maggiore tutela e garanzia per tutte quelle donne che, a oggi, a causa di inadempienze e di una legge ferma nel tempo non vedono garantito il loro diritto alla salute riproduttiva». Se da un lato il Centrosinistra punta dritto a modificare l’impianto della Legge 194 sull’aborto, un recente sondaggio commissionato dall’associazione Pro Vita & Famiglia sembra raccontare una realtà quantomeno un po’ più complessa di come normalmente viene raccontata dalla cultura progressista e secolarizzata: il 76% dei cittadini intervistati dal sondaggio di Noto pensa che lo Stato «dovrebbe dare più aiuti sociali, economici e psicologici alle donne incinte per offrire alternative concrete all’interruzione volontaria di gravidanza»; non solo, il il 57% pensa che la maggior parte delle donne sia «indotta o costretta ad abortire» dalle condizioni difficili e dalle difficoltà della quotidianità.