In calce ad un incontro con i vertici degli uffici giudiziari del distretto di Catanzaro, Fabio Pinelli, vice presidente del Consiglio superiore della magistratura, ha tenuto un discorso in cui ha riflettuto sulle carenze, marcate, di organico all’interno della Giustizia italiana. Un fatto che lui ritiene essere inaccettabile in un paese civile come l’Italia dovrebbe essere e che crea carenze organizzative importanti su tutti i fronti che riguardano il sistema Giustizia. A tal proposito, tuttavia, Pinelli promette anche di battersi con tutta la sua forza e tutte le sue “parecchie” risorse per riuscire a coprire quel buco almeno entro il 2025, tenendo conto degli ovvi e necessari tempi tecnici.
Pinelli: “Inaccettabile il buco di 1.524 magistrati”
Insomma, Fabio Pinelli dopo il suo incontro con la magistratura di Catanzaro, alla presenza anche di una delegazione del Consiglio, ha detto che “reputo inaccettabile che un paese civile non abbia il procuratore capo di Firenze, non abbia il procuratore capo di Napoli, non abbia il presidente del tribunale dei minorenni di Roma, che non abbia una guida in uffici chiave del Paese, magistrati che devono anche coordinare i magistrati più giovani”.
“Credo”, ha continuato Pinelli, “sia inaccettabile e vi assicuro che finché avrò risorse, e ne ho parecchie, mi batterò ogni giorno, h24, sabato e domenica inclusi, per giungere a questo risultato” promettendo che non si fermerà “davanti a nessun ostacolo”. Sostiene, inoltre, di essere già all’opera, con l’aiuto del Ministero della Giustizia per dimezzare entro il 2025 quella che ritiene essere una “scopertura considerata fisiologia” di magistrati, e che passerà “dalle 1.524 unità attuali a circa 720“. E per Pinelli c’è un altro problema, ovvero che “non solo non basta un anno per correggere le prove scritte, ma [anche] che dal momento del bando a quello dell’insediamento dei magistrati decorrono circa quattro anni. Abbiamo immediatamente aperto un tavolo col ministero”, spiega, “per pensare a suggerire la necessità di accorciare i tempi dell’insediamento e rappresentare questa esigenza assoluta e sollecitando anche l’eventualità di utilizzare le tecnologie”.