Disturbi che attengono la salute mentale sono problematiche non solo diffuse tra gli adulti. Depressione, disturbi di ansia, disturbi del comportamento sono tra i più comuni che affliggono anche i bambini, complici probabilmente anche gli ultimi anni di pandemia. La riduzione della socialità ha infatti notevolmente influito a livello psicologico destabilizzando gli equilibri e la spensieratezza dei più piccoli. Nei casi più gravi può perfino rendersi necessario il ricovero presso strutture specializzate. Ma quanto davvero può rivelarsi utile? Ci sono miglioramenti nei bambini dopo la permanenza in questi luoghi di cura?
Un recente rapporto inglese propende per una risposta negativa a questi quesiti. L’associazione Mind ha condiviso con The Independent una relazione da cui emergerebbe come gran parte dei bambini entrati in ospedali di salute mentale sarebbe uscita con molti più problemi rispetto al loro ingresso. Indice, questo, di come qualcosa non funzioni in questi luoghi, o di come comunque la gestione dei casi non sia in grado di produrre gli effetti sperati.
Salute mentale: “strutture di cura sono un fallimento”
Mind ha raccolto le testimonianze di oltre 400 bambini e giovani adulti che hanno avuto esperienze nelle strutture adibite alla cura della salute mentale minorile. E da ciò che è emerso il rapporto ha ravvisato molteplici carenze nelle unità di degenza, tra cui la mancanza di personale, l’uso eccessivo di contenzione e farmaci e i bambini collocati “in modo inappropriato” nei reparti ospedalieri per adulti.
“Quello che stiamo vedendo nelle cure ospedaliere è completamente inaccettabile. Stiamo assistendo a casi di abuso, negligenza, cure non sicure. Gli ambienti stessi non sono terapeutici e, spesso, le cure che le persone ricevono non sono abbastanza compassionevoli. I bambini ci hanno descritto un sistema che sta fallendo, a volte mettendoli in pericolo e peggiorando la loro salute mentale… Questo dovrebbe fermare il governo, costringendolo a prendersi un secondo per guardare e dire: “Non può essere giusto. Cosa c’è che non va qui? Dobbiamo agire immediatamente”. Queste le parole di Gemma Byrne, responsabile della politica di Mind.