ZELENSKY: “BAKHMUT NON C’È PIÙ”. POI KIEV PERÒ RITRATTA…
A soli 17 giorni dall’annuncio del presunto ritiro da Bakhmut del Gruppo Wagner, ieri il capo dei mercenari assoldati dall’esercito russo fin dall’inizio della guerra in Ucraina ha annunciato invece la presa completa della città divenuta simbolo della resistenza ucraina nell’est del Donetsk (che con il Luhansk forma la regione del Donbass).
Passano poche ore e l’intervento del Presidente ucraino Volodymyr Zelensky al G7 in Giappone sembra confermare la conquista di Mosca su Bakhmut: «Dovete capire che non c’è più nulla, oggi Bakhmut è solo nei nostri cuori», ha detto il leader di Kiev parlando con i giornalisti dopo il colloqui con Biden. In realtà appena pochi minuti ed è lo stesso Governo di Kiev ad intervenire per precisare – e di fatto smentire il proprio stesso Presidente: «Quanto alle risposte del Presidente dell’Ucraina alle domande su Bakhmut. Domanda del giornalista: “I russi dicono che hanno preso Bakhmut”. Risposta del Presidente: “Penso di no”. Così il presidente ha negato di aver preso Bakhmut». Lo ha scritto il portavoce del presidente ucraino, Sergii Nykyforov, in un breve post sui social.
LA CITTÀ SIMBOLO DI BAKHMUT RISCHIA DI ESSERE UN PESO PER LA RUSSIA
Il punto è infatti intendersi su cosa resti ad oggi di Bakhmut, dilaniata da mesi di lotte per le vie della città e con una guerra che non sembra affatto volersi concludere: solo ieri l’inviata del “Corriere della Sera” Marta Serafini raccontava che di Bakhmut al momento non rimane molto. «Dopo sette mesi di battaglie, la città è completamente distrutta, con i soli condomini sovietici rimasti in piedi ormai disabitati in un centro che contava circa 77mila abitanti».
Ancora più netto è il portavoce del gruppo orientale delle forze armate ucraine, Serhiy Cheravaty: «Il presidente ha ragione: la città è stata sostanzialmente distrutta dalla faccia della terra. Il nemico la distrugge quotidianamente con massicci attacchi aerei e di artiglieria, e le nostre unità riferiscono che la situazione è estremamente difficile. I nostri militari detengono fortificazioni e diversi locali nella parte sud-occidentale della città. Sono in corso pesanti combattimenti». Davanti alla rivendicazione di Mosca e del Gruppo Wagner per la conquista di Bakhmut, conclude l’ufficiale ucraino, «La Russia attira l’attenzione su questa Bakhmut come se avessero preso il Dnipro. In effetti, non l’hanno presa fino alla fine. La città è distrutta, non porta loro alcun vantaggio militare o politico. Non hanno preso il distretto del centro in 9 mesi, stiamo cercando di pressare sui fianchi, di non dar loro pace e, se possibile, di contrattaccare». Parlando al G7 in Giappone Zelensky si è lanciato in un paragone ardito circa la situazione del Donetsk: «Non sarebbe corretto fare paragoni…Na oggi direi sinceramente che le immagini di Hiroshima in rovina mi ricordano veramente, mi ricordano assolutamente, Bakhmut e altri insediamenti e città simili, dove non è rimasto nulla, dove tutti gli edifici sono stati distrutti, dove non si capisce dov’erano le strade e le case, dove c’é una distruzione totale, dove non è rimasto nulla, dove non c’é più nessuno».