La Gran Bretagna sembra prepararsi ad una nuova, importante ed invadente, stretta sui migranti, con la presentazione di un disegno legge che contiene diversi decreti per cercare di dare un freno ai traffici illegali. Tuttavia, una delle proposte avanzate da Suella Braverman, attuale Ministro degli Interni, avrebbe riacceso una vecchia discussione sull’uso improprio dei poteri governativi per esercitare pressione invadenti sui richiedenti asilo.
In particolare, la proposta del Ministro rispetto alla gestione dei migranti illegali che starebbe facendo discutere riguarda la possibilità di sequestrare i cellulari a tempo indeterminato, accedendo al loro contenuto e conferendo al Governo la possibilità di copiarlo. Il ministro dell’Immigrazione Robert Jenrick ha spiegato che la proposta mira, soprattutto, ad assolvere funzioni di intelligence e che il provvedimento colpirà tutto coloro che “attraversano la Manica”. Un portavoce del Ministero degli Interni, invece, ha detto che la proposta sul sequestro dei cellulari dei migranti punta a “indagare e interrompere le reti di traffico di persone che facilitano questi attraversamenti pericolosi”, stabilendo l’identità dei trafficanti, con cui i richiedenti asilo hanno avuto, probabilmente, contatti telefonici.
Il precedente e le critiche sul sequestro dei cellulari dei migranti
Insomma, a dire del Ministero lo scopo del sequestro dei cellulari di tutti i migranti illegali che arrivano nel Regno Unito tramite la rotta della Manica, punterebbe ad indagare gli autori del traffico illegale, agendo direttamente su di loro per interrompere la pericolosa pratica. Sulla decisione, però, sarebbero state mosse parecchie critiche, che puntano soprattutto a definire la pratica come lesiva della privacy e dei diritti personali definiti dalla Convenzione dei diritti dell’uomo.
Inoltre, non sarebbe la prima volta che il Regno Unito dispone il sequestro dei cellulari dei migranti illegali, e ci sarebbe un precedente fatto dell’ex Ministro degli Interni Priti Patel, finito anche in causa davanti all’Alta Corte britannica. Tra il 2018 e il 2020, infatti, Patel aveva disposto il sequestro di tutti i cellulari, poi conservati da un apposito ufficio, minacciando chi si opponeva di pesanti ripercussioni legali. All’epoca di quei fatti, i migranti che avevano ricevuto questo trattamento avevano citato in giudizio Patel, e l’Alta Corte aveva, effettivamente, appurato come la pratica fosse scorretta e illegale, costringendola all’ammenda pubblica e alla restituzione di tutti i dispositivi.