Le nuove norme previste dal Green Deal europeo in materia di agricoltura e biodiversità prevedono l’approvazione di un pacchetto di leggi, che comprende tra le altre cose, un minore uso di pesticidi e l’introduzione di nuove tecniche genetiche per rendere le piante più resistenti ai parassiti. In pratica si vuole dare ampio spazio agli organismi geneticamente modificati Ogm, per ridurre l’utilizzo di sostanze chimiche potenzialmente dannose, senza tra l’altro l’indicazione obbligatoria in etichette o tracciatura chiara.
Questa ultima proposta è materia di scontro in Commissione, perchè il Partito Popolare Europeo PPE, vuole respingere due tra le proposte principali, sostenendo che l’approvazione di tali leggi potrebbe rappresentare un rischio per la sicurezza alimentare dei consumatori europei. Il Green Deal sull’agricoltura è quindi al momento bloccato, perchè il vice presidente Timmermans ha ribadito che il pacchetto normativo è “indivisibile“. Quindi, ora è a rischio anche l’approvazione delle nuove norme sulla tutela della biodiversità e la legge sul ripristino della natura.
Green Deal europeo bloccato su Ogm e pesticidi
Per i sostenitori del Green Deal europeo in materia di agricoltura, c’è un netto collegamento tra la riduzione dell’uso di pesticidi chimici e l’introduzione di nuove tecniche geniche e Ogm. Molti infatti sostengono la tesi che le modificazioni genetiche siano alla base della maggiore resistenza delle piante all’attacco dei parassiti. Il blocco del Partito Popolare Europeo porta invece sul tavolo alcune motivazioni a carattere di sicurezza, un funzionario ha dichiarato al quotidiano Euractiv che gli organismi geneticamente modificati potrebbero mettere in serio rischio il futuro dei coltivatori biologici.
Quindi, sebbene siano a favore di una riduzione dei pesticidi non intendono proseguire sull’introduzione delle tecnologie sull’editing genico. Lo scontro è ancora aperto, la Commissione attraverso il vice presidente Timmermans ha dichiarato che non intende arretrare sugli Ogm perchè il progresso “va di pari passo“, aggiungendo che “Il Green Deal non è un menu a la carte, nel quale si può scegliere cosa votare e cosa no, la Commissione non farà un’altra proposta“