Dopo la notizia arrivata in mattinata rispetto al blocco di armi e aiuti all’Ucraina da parte dell’Ungheria, nella giornata alcuni funzionari hanno parlato anche di reticenza da parte della Grecia. Quest’ultima, tuttavia, non si sarebbe opposta all’invio di armi e aiuti, quanto piuttosto all’undicesimo pacchetto di sanzioni contro la Russia, Putin e gli oligarchi, sul tavolo delle trattative UE assieme all’ottava tranche di aiuti dal valore di 500 milioni di euro.
La Grecia, così come l’Ungheria, per sbloccare le trattative sugli aiuti all’Ucraina e sulle sanzioni alla Russia, ha chiesto che alcune sue aziende vengano rimosse dalla lista nera in cui figura anche la banca ungherese Otp. Si tratta in larga parte di compagnie per il trasporto marittimo, che dopo lo scoppio della guerra hanno continuato a lavorare anche su territorio russo, venendo dunque inserite nell’elenco delle compagnie “sgradite”. Va detto come, tuttavia, figurare in quell’elenco non comporti in nessun modo delle sanzioni e dei problemi per le aziende, ma è piuttosto fine a spingerle a interrompere i lavori in Russia. (Agg. di Lorenzo Drigo)
L’Ungheria blocca armi e aiuti all’Ucraina
L’Ungheria si oppone alla decisione dell’Unione Europea di inviare nuovi aiuti militari e armi a Kievi per un totale di 500 milioni di euro. Il ministro degli Esteri Péter Szijjártó, ha bloccato il provvedimento al Consiglio degli Esteri, chiedendo di rimuovere la banca ungherese Otp dalla lista nera dell’Europa che include tutte le aziende considerate sostenitrici della guerra russa. Si tratta del principale istituto di credito del paese e per questo un boicottaggio da parte dell’Ue provocherebbe un “grave danno di immagine” ha dichiarato Szijjártó affermando che “Ci opporremo al pagamento di un nuovo mezzo miliardo di euro dallo European Peace Facility, fino a che l’Ucraina manterrà la banca Otp nell’elenco degli sponsor internazionali della guerra“.
Lo stesso veto è stato posto da Budapest nei confronti di un nuovo pacchetto di sanzioni nei confronti della Russia. L’Ungheria da sempre sostiene che le sanzioni imposte a Putin stanno creando peggiori conseguenze proprio in Europa, per questo motivo, ma anche a causa della banca Otp, non intende proseguire con l’approvazione di ulteriori misure restrittive. Non è certo quale sarà l’evoluzione di questo mancato accordo, ma è molto probabile che temporaneamente i 26 stati anticipino la quota dell’Ungheria in attesa di una decisione.
Ungheria blocca aiuti a Kiev, Orban “Ucraina non può vincere la guerra”
L’Ungheria resta contraria all’invio di nuovi aiuti e armi all’Ucraina, ufficialmente fino a quando la banca Otp non verrà rimossa dalla lista delle aziende accusate di favoreggiare Putin. l consiglio europeo ha proposto di lasciare in elenco soltanto la filiale dell’istituto che si trova a Mosca, nel tentativo di mediare e velocizzate l’approvazione del fondo EPF European Peace facility. Soldi che in ogni caso l’Ungheria ha espressamente richiesto di non destinare unicamente a Kiev, ma di includere anche altri paesi. Nel frattempo sono arrivate anche le dichiarazioni di Orban, che in un’intervista rilasciata a Bloomberg ha affermato che “Kiev non può riuscire a vincere questa guerra“.
Sostenendo anche che “La Nato non è pronta ad inviare le truppe, e questo comporterà una sconfitta del popolo ucraino“. Prontamente è arrivata la risposta del portavoce del ministro degli esteri ucraino che ha commentato su Facebook le parole di Orban “Il Cremlino dovrebbe rallegrarsi: il capo del governo ungherese ha sollevato la Russia dalla propria responsabilità per la sua aggressione contro l’Ucraina. L’anno scorso gli stessi politici affermavano che l’Ucraina non avrebbe resistito per più di 72 ore. Si sbagliavano allora e si sbagliano adesso“.