Una cameriera di un ristorante del quartiere Prati di Roma, nell’estate del 2016, fu stuprata da un collega per una scommessa di 50 euro fatta con un altro dipendente. L’uomo, come riportato da Il Gazzettino, da tempo sottoponeva la malcapitata alle sue avances, ma veniva puntualmente rifiutato. A quel punto, dopo essere preso in giro, ha deciso di ricorrere alla forza per ottenere ciò che voleva.
La violenza sessuale, in base a quanto ricostruito nel corso del processo, si è consumata in uno sgabuzzino del locale adibito a spogliatoio per i dipendenti. La vittima si trovava lì per cambiarsi alla fine del suo turno. Il carnefice si è introdotto nella stanza e ha iniziato a palpeggiarla. Inizialmente la molestia sarebbe stata fermata da un altro collega, che ha notato la scena. Dopo che quest’ultimo si è allontanato, tuttavia, l’uomo si è reintrodotto nel locale privato e ha obbligato la cameriera ad un rapporto non consensuale. La donna lo ha dunque denunciato.
Cameriera stuprata per scommessa nel quartiere Prati di Roma: la condanna
La prima sezione collegiale del Tribunale di Roma nelle scorse ore ha condannato il collega della cameriera stuprata per una scommessa in un ristorante del quartiere Prati di Roma nell’estate del 2016. La pena inflitta all’uomo è di 5 anni e mezzo di reclusione con l’accusa di violenza sessuale. Il pm Antonio Verdi aveva chiesto 6 anni e 4 mesi. I giudici hanno ritenuto credibile e veritiera la versione della vittima, anche in virtù della testimonianza del pizzaiolo che l’aveva vista stravolta dopo quanto accaduto.
La tesi della difesa, secondo cui la cameriera era consenziente al momento del rapporto sessuale e successivamente si sarebbe rivolta alle forze dell’ordine perché il collega era fidanzato e non voleva lasciare per lei la compagna, non ha convinto i giudici. È per questo motivo che è arrivata la condanna.