I crescenti rischi dello shadow banking, il sistema bancario ombra, sono la conferma dell’insufficienza delle regole europee. A lanciare l’allarme è la Banca centrale europea, secondo cui la regolamentazione dell’Ue non è in grado di impedire che ulteriori choc del mercato finanziario inneschino una crisi di liquidità più ampia. In particolare, è Luis de Guindos, vicepresidente della Bce, il quale ha dichiarato che vi sono «aumenti dei rischi per il sistema finanziario» a causa delle cosiddette “banche ombra”, come hedge fund, gestori patrimoniali, fondi pensione e assicuratori, che sono cresciuti rapidamente nell’ultimo decennio, ma sono meno regolamentate e più vulnerabili.
«L’interconnessione tra il settore finanziario bancario e quello non bancario resta elevata, aumentando la portata del contagio», ha dichiarato martedì ad una conferenza finanziaria a Francoforte, aggiungendo, come riportato dal Financial Times, che il settore è stato particolarmente esposto all’aumento dei tassi di interesse e al calo dei prezzi delle attività. Nonostante le recenti turbolenze bancarie negli Usa e in Svizzera, la Banca centrale europea (Bce) è più preoccupata per i rischi delle banche ombra. De Guindos ha, quindi, invitato i soggetti non bancari a incrementare le attività liquide per far fronte a una potenziale fuga di fondi degli investitori.
I CRESCENTI RISCHI DELLE “BANCHE OMBRA”
Il settore non bancario è cresciuto rapidamente nell’ultimo decennio, fornendo il 26% del credito alle società non finanziarie nell’Eurozona lo scorso anno, rispetto al 15% nel 2008, secondo i dati forniti dal vicepresidente della Bce, Luis de Guindos. Il totale delle attività delle banche ombra della zona euro è più che raddoppiato negli ultimi 14 anni a 31 miliardi di euro. Si tratta di una fonte alternativa di finanziamento che avvantaggia i mutuatari aziendali consentendo loro di «diversificare le loro fonti di finanziamento e facilita un aumento dei finanziamenti transfrontalieri». Ma la regolamentazione europea non ha tenuto il passo con i crescenti rischi del settore. La loro esposizione ai mercati immobiliari è «notevolmente aumentata», rendendo le istituzioni vulnerabili alle continue correzioni dei prezzi nel settore immobiliare. Molti soggetti non bancari sono esposti a un «disallineamento di liquidità» tra la detenzione di livelli alti di attività come proprietà o debito societario, consentendo agli investitori di prelevare fondi su base giornaliera senza preavviso. Il vicepresidente della Bce ha aggiunto di essere preoccupato per i livelli di «debito sintetico», leva creata usando derivati o altri strumenti finanziari complessi, presso soggetti non bancari.
I QUATTRO INTERVENTI RICHIESTI DALLA BCE
Questi rischi possono essere affrontati in quattro modi dai responsabili politici europei. In primis, le società non bancarie che offrono rimborsi giornalieri agli investitori dovrebbero detenere livelli sufficientemente elevati di attività liquide per far fronte a una potenziale raffica di prelievi. In secondo luogo, l’Unione europea, secondo il vicepresidente della Bce, dovrebbe dare priorità all’inasprimento della regolamentazione dei fondi del mercato monetario per mettersi al passo con le iniziative internazionali, dopo lo choc di liquidità del settore nel marzo 2020. In terzo luogo, per de Guindos bisogna migliorare la «qualità dei dati, copertura e condivisione delle informazioni» per valutare i rischi della «leva finanziaria sintetica» presso le banche ombra. Infine, come riportato dal Financial Times, ha affermato che i soggetti non bancari devono «migliorare le pratiche di marginazione e la preparazione alla liquidità per soddisfare le richieste di margine».