Valerio Rossi Albertini, fisico del CNR, è stato intervistato in collegamento stamane da Mattino 5 News per commentare l’incredibile caso dell’uomo paralizzato che è tornato a camminare grazie alla scienza e all’intelligenza artificiale: “E’ un ponte digitale, è una connessione che si instaura fra il cervello, la corteccia cerebrale, e il centro di comando delle azioni, che è il midollo spinale, il centro attuatore di impulsi e comandi. Noi abbiamo questi collegamenti di origine biologica – ha proseguito Valerio Rossi Albertini – nervi attraverso cui viaggiano impulsi elettrici, in assenza di questi si sostituisce il tutto con dispositivi digitali ed elettronici e questo hanno fatto i ricercatori. Fino a poco tempo fa avevano individuato un dispositivo che comandava le gambe, mentre adesso hanno fatto un passo ulteriore che collega il cervello al centro motore ed è una cosa che sa di miracolo”.
Francesco Vecchi, il conduttore di Mattino Cinque News, ha domandato: “Quindi noi quando pensiamo di muovere la gamba, quello che chiamiamo pensiero sono impulsi elettrici?“, e il fisico del CNR ha replicato: “Proprio così, è possibile con tecniche moderne vedere quali zone del cervello si attivano quando noi esprimiamo la nostra volontà, ovvero l’attivazione di impulsi elettrici che dal nostro cervello corrono fino al muscolo, questa interruzione è stata sostituita da un circuito elettronica”.
VALERIO ROSSI ALBERTINI: “AVREMO UN BLUETOOTH NEL CERVELLO…”
Di nuovo Francesco Vecchi: “Siamo stati in grado di tradurre impulsi biologici in un linguaggio digitale e poi ritradurlo di nuovo ad una gamba, è incredibile”. Valerio Rossi Albertini ha aggiunto: “Tutto questo è mediato da un’ai, l’intelligenza artificiale, che ha la funzione di decodificare segnali fisiologici che provengono dal cervello traducendo in informazioni comprensibili come appunto il movimento delle gambe ma che in futuro potrebbe essere la riattivazione di tante funzioni perse a causa di traumi o incidenti.
“Ora sappiamo che ce la si può fare. Potremo in futuro leggere nella mente? Al momento non ne abbiamo evidenze. in futuro potremmo comunque immaginare di avere un bluetooth nella testa per comunicare con i dispositivi digitali. Si sta aprendo una prospettiva inimmaginabile, da romanzi di fantascienza”.