GUERRA UCRAINA, SVOLTA RUSSIA: “OK A MISSIONE DI PACE DI PAPA FRANCESCO”
In questi 15 mesi di guerra sanguinosa in Ucraina lo abbiamo visto e presentito molte volte un possibile spiraglio di “tregua” tra Russia e Kiev senza ma che vi sia stato un solo singolo passo avanti verso la pace: oggi però qualcosa potrebbe essere cambiato e la missione di pace proposta dal Vaticano con Papa Francesco è stata la “molla” che potrebbe aver fatto scattare il tutto.
Andando con ordine, occorre ricordare come da circa un mese il Santo Padre si è “fatto sfuggire” – non certo in maniera incosciente ma evidentemente con fine diplomatico – della costruzione di una missione di pace in corso per cercare di convincere Ucraina e Russia a siglare la tregua definitiva. Ebbene, dopo le smentite di rito del Cremlino e di Zelensky, con però la conferma del diplomatico “principe” in Vaticano (il Cardinal Parolin), oggi arriva una prima importante apertura di Mosca all’ipotesi, con Kiev che non sembra aver chiuso già tutto. «Mosca valuta positivamente l’iniziativa di pace del Papa», questo fa sapere il Ministero degli Esteri russo, come riporta l’agenzia di stampa Ria Novosti.
UCRAINA NON CHIUDE A VATICANO E RUSSIA: “VERTICE NECESSARIO”, MA FISSA LE CONDIZIONI
Occorre sempre leggere le possibili mosse diplomatiche in mezzo alle tante dichiarazioni anche “roboanti” che per propaganda continuano ad soffiare sulle proprie reciproche posizioni, tanto a Mosca quanto a Kiev. E così dopo la “timida” apertura della Russia arriva la altrettanto “timida” non chiusura dell’Ucraina: «Un vertice per la pace è necessario e l’Ucraina vuole che si tenga il prima possibile: l’ideale sarebbe luglio», fa sapere stamane il capo dell’ufficio presidenziale ucraino, Andriy Yermak, in un’intervista all’agenzia di stampa russa Interfax.
L’attimo dopo torna la posizione netta di Kiev che pone le condizioni per questa possibile missione di pace aperta dal Papa, senza però citarlo direttamente: «Oggi è necessario un vertice di pace. Tutti comprendono questo fatto. Inoltre, tutti accettano come assolutamente logica e giusta l’argomentazione secondo cui il piano di pace ucraino dovrebbe esserne la base: i 10 punti del Presidente Volodymyr Zelenskyy». Tutto finito dunque? Non per forza visto che nell’intervista pubblicata sempre da Yermak sul suo canale Telegram c’è un passaggio da non sottovalutare e che potrebbe essere un possibile spiraglio per la Santa Sede: «Ora la posizione dell’Ucraina è chiara: il nostro piano è la base, ma siamo pronti ad ascoltare tutti quei Paesi che rispettano la nostra sovranità e integrità territoriale. Siamo pronti ad accettare alcuni elementi di altre proposte». In mezzo ci sono stati altri attacchi, nuovi morti e ulteriori dichiarazioni bellicose dell’ex Presidente Medvedev («Negoziati impossibili finchè c’è Zelensky»): eppure le diplomazie continuano a dialogare, in privato e oggi anche – seppur poco – in pubblico. Finché questo avviene un minimo di speranza per la pace resta, con l’inviato scelto da Papa Francesco che è già stato designato: il Presidente della CEI Card. Zuppi. Che sia la Chiesa l’organo in grado di far parlare Mosca e Kiev dopo i fallimenti continui di Occidente, Turchia e Cina?