I lavoratori stranieri in Italia sono 4 milioni, su un totale di circa 23,3 milioni di occupati. Da uno studio della Fondazione Moressa che fa ricerche statistiche in merito all’economia dell’immigrazione emerge che il gettito fiscale IRPEF prodotto è pari solo al 5%. Questo perchè, come sottolinea il quotidiano La Verità commentando i dati, i redditi dichiarati sono per lo più bassi, spesso corrispondono ai minimi sulla soglia della “No tax area” o superano di poco il limite. Quindi, la teoria che “Contribuiscono a pagare le pensioni degli italiani“, come afferma il giornale sarebbe smontata dal fatto che su 920 miliardi l’anno di redditi dichiarati dai cittadini, quelli degli stranieri valgono poco meno di 64 miliardi e a pagare l’imposta sul reddito contribuiscono tra questi solo 9,6 miliardi, cioè il 5,6% del totale.
Il problema dei nuovi ingressi di lavoratori, per contribuire all’economia, è che con i livelli salariali attualmente in vigore in Italia, non si alzerebbe il numero dei contribuenti. Visto che la maggioranza non arriva a 15mila euro l’anno di imponibile, piuttosto sorgerebbe la necessità di garantire nuovi sussidi per le fasce si popolazione più povere, come infatti ha evidenziato l’Unione Europea. Con i tassi di occupazione che scendono e i pensionati che aumentano però, sarà presto urgente prendere provvedimenti per aumentare le spese di welfare.
Brambilla “Lavoratori stranieri non ci pagheranno le pensioni, serve aumentare spesa welfare”
Le previsioni per il futuro dell’Italia in termini di occupazione e pensio i non sono ottime, dai dati emerge che il rischio peggiore è che nei prossimi 17 anni, aumenterà la spesa pensionistica e nel frattempo diminuiranno non solo i lavoratori dipendenti, e mantenendo questo regime sui salari, potrebbero aumentare anche quelli che non pagano le tasse perchè guadagnano poco. Il quotidiano La Verità, per proporre una soluzione, riporta l’intervento dell’esperto di studi previdenziali Alberto Brambilla che invece è abbastanza ottimista sul tema e dice “A partire dal 2040
il tasso di natalità inizierà ad aumentare seppure lentamente e inizierà un nuovo ciclo“.
Prosegue sottolineando che “Anche se l’Europa ha bocciato la Flat Tax, è necessario rivedere il sistema fiscale perchè va rivisto il modello contributivo, anche ai fini pensionistici“, aggiungendo che “il governo deve sapere che ha davanti a sé una sfida enorme che negli ultimi 12 anni nessun governo a trazione sinistra ha mai voluto affrontare“. E conclude : “Serve una vera rivoluzione del welfare, non le varie Quote 100 che sono solo palliativi poco efficaci“.