L’inchiesta sui Centri di permanenza e rimpatrio, andata in onda su Piazza Pulita, programma di La7, giovedì 25 maggio da Corrado Formigli è stata definita “L’inferno dei Cpr”. I filmati usciti dai cellulari dei reclusi sono stati ottenuti dall’autrice Chiara Proietti D’Ambra ma, a detta de Il Giornale, l’esclusività sarebbe stata viziata dagli interventi in studio. Gli ospiti “non allineati” sarebbero stati interrotti mentre quelli favorevoli alla tesi dei video, avrebbero descritto le strutture come dei lager infernali.
I Cpr nascono nel 1998 e sono una creazione di sinistra, istituiti con la legge sull’immigrazione firmata dal governo Prodi e dall’allora ministro dell’Interno Giorgio Napolitano, che però i Centri di Permanenza Temporanea, precursori proprio dei Cpr. Nell’immagine simbolo del servizio, girato nel Cpr di Gradisca d’Isonzo, si vede un migrante ferito alla schiena riportato in camerata da alcuni agenti. L’immagine vede l’uomo sanguinante e a petto nudo. Come chiarito però a Il Giornale da fonti del Viminale, l’immagine è l’episodio terminale di una giornata di violenze andata in scena nel centro lo scorso 20 aprile.
Cpr di Gradisca d’Isonzo: cosa è successo davvero
Cosa è successo nel Cpr di Gradisca d’Isonzo, al centro del servizio di Piazza Pulita su La7? Come sottolineato da fonti del Viminale a Il Giornale, Haddad Hammami, marocchino 26enne in Italia dal 2021, avrebbe appiccato un incendio con altri migranti. “Quel giorno alcuni dei reclusi avevano appiccato un incendio nelle stanze del centro e lui oltre ad alimentarlo bloccava gli operatori che tentavano di raggiungere gli estintori e spegnere l’incendio. Mentre le fiamme si facevano minacciose, quel migrante colpiva gli agenti con un pezzo di ferro e i suoi compagni lanciavano pezzi di vetro e altri oggetti contundenti”.
Secondo la testimonianza, “A quel punto gli agenti hanno dovuto scontrarsi con i reclusi, sfondare il blocco e spegnere l’incendio”. Un altro retroscena riguarda i precedenti dell’uomo, Haddad Hammami, indagato per furto aggravato, porto d’armi, danneggiamento, possesso di stupefacenti e fabbricazione di documenti falsi. “Senza contare il sequestro di un pacco a lui destinato contenente sostanze stupefacenti”, spiega ancora la fonte a Il Giornale. Stessi precedenti per gli altri due protagonisti dell’inchiesta di La7.