Adesso che l’Unione Europea ha ridisegnato totalmente la politica energetica dei paesi partner, che futuro avranno i condizionatori viste le emissioni di f GAS, sostanze chimiche artificiali e responsabile del riscaldamento globale? Attualmente esistono negozi di un corso che riguardano gli impianti di climatizzazione che rischiano di mettere fuori gioco otto impianti di climatizzazione su 10,generando un impatto negativo significativo.
Regolamento F-Gas: a politica energetica dell’Ue con gli occhi bendati
L’attuale trattativa che coinvolge la politica energetica europea, soprattutto per quanto concerne l’abbandono progressivo dei gas refrigerante artificiali, mette sul tavolo l’unica opzione possibile: l’uso del gas naturale. Il più efficiente in questo senso è il propano che però possiede un potere refrigerante nettamente inferiore e rischi di sicurezza maggiore a causa della sua infiammabilità. Paradossalmente agli europei non resterà altra scelta che l’ammoniaca, che però è tossica.
E quindi, quale strada per il futuro? Anzitutto possiamo già cominciare a fare la conta dei danni: infatti la normativa sugli F-gas potrebbe portare alla necessità di sostituire un’ampia gamma di apparecchiature, anche quelle già installate all’interno di residenze private, aziende ed uffici pubblici e ciò comporterebbe costi aggiuntivi per gli utenti.
Regolamento F-Gas: la stretta sui condizionatori e la preoccupazione di Assoclima
Attualmente non si vede nemmeno la sollevazione di associazioni dei consumatori, tranne l’Associazione dei costruttori di sistemi di climatizzazione, Assoclima, che esprime preoccupazione per l’impatto della normativa sugli impianti e suggerisce di utilizzare refrigeranti naturali, quando possibile, considerando l’intera gamma di soluzioni disponibili. Il presidente di Assoclima, Luca Binaghi, sottolinea che è importante proteggere l’industria della climatizzazione e sostenere Le modifiche legislative proposte dall’industria stessa.
La normativa interviene in aggiunta a la direttiva Europea Case Green che già costituisce un motivo di preoccupazione per i consumatori, dal momento che dal 2033 saranno bandite dal mercato, sia per gli affitti che per le vendite, tutti gli immobili che non saranno a regola con la normativa per la transizione energetica voluta dall’Europa e che dovrà essere recepita da tutti i paesi membri.
Inoltre resta anche l’eliminazione di tutti i veicoli a motore dal mercato europeo a partire dal 2035. Una scelta quest’ultima da una parte accettabile, dall’altra che però non riesce a nascondere le criticità: sì infatti veicoli elettrici costringono il consumatore ad un costo maggiore, dall’altra non sono sicura in caso di alluvioni, come è emerso negli ultimi giorni con l’alluvione in Emilia Romagna dove, per tirare fuori gli automezzi mezzi elettrici i soccorritori hanno dovuto utilizzare veicoli grossi a combustione.