In periodi di difficoltà economica e post-pandemia come l’attuale si registrano nel settore Food non pochi cambiamenti negli stili alimentari e nei processi di spesa familiare. La domanda del consumatore si è di recente maggiormente rivolta sui temi Salute, Sostenibilità e Prezzo: tali drivers caratterizzano attualmente non solo i consumi in famiglia, ma anche i comportamenti d’acquisto, con conseguenze di non poca rilevanza sui mercati.
I consumatori ripongono una progressiva fiducia nella Grande Distribuzione, grazie all’ampia offerta nell’area salutistica e sostenibile, nonché all’affidabilità nel controllo degli alimenti a scaffale. Contemporaneamente si riscontra un accresciuto goodwill del consumatore anche nei confronti dei mercati rionali, sia per la freschezza dell’ortofrutticolo, sia per i prezzi sicuramente convenienti. Segnaliamo, inoltre, un interessante aumento della propensione delle famiglie nel consumare italiano e ancor più nel prediligere le specialità del territorio e della vicinanza.
Un ulteriore cambiamento si segnala nel tempo dedicato allo “stare ai fornelli” in casa: in una recente ricerca, circa il 55% degli intervistati affermava di cucinare in casa più che prima della pandemia.
Questi cambiamenti nelle attitudini e patterns del consumatore italiano non potevano ovviamente venire ignorati dalle aziende FMCG, e segnatamente dalle aziende Alimentari; la comunicazione pubblicitaria rimarca oggi più che in passato il Made in Italy, così come gli aspetti di salubrità e naturalità del prodotto. Gli stessi packs comunicano sempre più “territorialità” e aspetti salutistici e di controllo; se, ad esempio, prendiamo l’importante settore della pasta di grano duro, la recente tendenza è quella di sottolineare la provenienza italiana dei grani utilizzati: basta dare un’occhiata ai fronti qui sotto riportati per notare come la maggioranza dei packs dichiari “con grano italiano”.
Ovviamente (e soprattutto in questo settore) si tende spesso a copiarsi l’un l’altro, e concetti quale la trafila al bronzo (anni fa), così come oggi la territorialità del grano usato, vengono utilizzati progressivamente da quasi tutti i players, a mio avviso in qualche modo banalizzandone l’unicità del concetto.
Riassumendo, i patterns di consumo post pandemici e i processi di spesa familiare appaiono oggi in qualche modo mutati rispetto a solo pochi anni fa: maggiore attenzione ai drivers di Salute, Sostenibilità e Prezzo, ampio goodwill verso la Grande Distribuzione e i Mercati rionali, forte attrattiva del made in Italy e della territorialità, e una sorta di nuova giovinezza dello “stare ai fornelli” coadiuvata certamente da fattori economici, ma anche dalle numerose rubriche di cucina sui principali media mainstream.
Riteniamo che i recenti cambiamenti, qui appena accennati, comporteranno una maggiore consapevolezza del consumatore rispetto ai temi appunto della salubrità, del Made in, ma anche del congruo pricing. Saranno molto probabilmente cambiamenti strutturali e non di breve momento, di cui sia Produttori che Distributori dovranno tenere ampiamente conto.
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