Charles Darwin rivelò più volte alla moglie di essere preoccupato da come potesse essere accolta la sua teoria sull’evoluzione da parte della comunità religiosa, per questo, come affermano molti storici, la pubblicazione del suo trattato sull’origine delle specie tardò a causa dell’esitazione che lo scienziato aveva, per paura di essere considerato un eretico che sconvolgeva la tesi biblica creazionista. Darwin pubblicamente si dichiarava agnostico, anzi, “agnostico anche nei confronti del suo stesso agnosticismo” come rispondeva quando i cattolici lo accusavano di voler ribaltare un ordine “divino”, ma allo stesso tempo non intendeva offendere la chiesa con le sue teorie, sapendo che non sarebbero state accettate.
Così scriveva lettere alla moglie nelle quali si scusava per aver scoperto che in realtà in natura non esiste “la pietà”, con il timore che anche la sua consorte, molto religiosa e devota, potesse essere in qualche modo “addolorata” dalle sue tesi evoluzioniste, nelle quali trovava spazio la legge del più forte e non quella di un “Creatore che cerca sempre il bene“. Contemporaneamente però Darwin nelle lettere si mostrava fiducioso di essere capito dalla donna che aveva sposato, e pur scusandosi affermava che “Un dubbio onesto e coscienzioso non può essere un peccato“.
Charles Darwin, era combattuto tra paura del giudizio e rivoluzione scientifica
Charles Darwin, come dimostrano gli scritti storici e le lettere che inviava alla moglie, fu sempre combattuto tra il non voler offendere la religione e difendere la sua teoria dell’evoluzione. In un articolo a carattere storico pubblicato dal settimanale Der Spiegel, viene evidenziato anche come lo scienziato fosse preoccupato dalla pubblicazione del suo libro sull’origine delle specie, perchè le sue intuizioni erano in netta contrapposizione con le tesi creazioniste.
Nel testamento che scrisse all’età di 35 anni, chiedeva alla moglie di provvedere alla pubblicazione di alcuni suoi manoscritti, nei quali erano contenute le prime “bozze” della teoria evoluzionista, dicendo che si trattava di “un passo rivoluzionario per la scienza” ma nella stessa lettera si dichiarava cosciente del fatto che tali scoperte sarebbero poi state considerate “eretiche“. Previsione che si rivelò giusta, visto che, come sottolinea il quotidiano “Ci vollero poi altri 100 anni perchè il Vaticano si riconciliasse con le teorie di Darwin“.