La Lega chiede una “sanatoria” per i permessi di soggiorno scaduti per sopperire alla mancanza di lavoratori stranieri. Per Matteo Salvini, il numero di lavoratori stranieri stabilito dal governo Meloni per il 2023 non è sufficiente. E per risolvere questo nodo la Lega propone una sanatoria rivolta agli stranieri con permesso di soggiorno scaduto, purché rimangano nel nostro Paese per svolgere mansioni lavorative.
Il decreto flussi per il 2023 varato dal governo Meloni ha fissato a circa 82mila la quota di cittadini di Paesi extraeuropei che possono entrare in Italia per motivi di lavoro. Un numero che è stato ritenuto “insufficiente” dalle associazioni delle categorie produttive dei settori stagionali, dall’agricoltura al turismo. In questo contesto si inserisce la proposta di modifica a prima firma della leghista Comaroli e sottoscritta da gran parte del partito, che dovrebbe prevedere la possibilità di far sì che questi permessi mantengano validità fino al 30 ottobre 2023. A condizione però che il datore di lavoro abbia presentato richiesta di accesso per il lavoratore straniero e che la domanda sia stata rifiutata per carenza di posti.
Sanatoria permessi di soggiorno, cosa prevede la proposta della Lega: “fino a 2024 su richiesta”
Sanatoria per i permessi di soggiorno scaduti, per fra fronte alla mancanza di manodopera straniera per i lavori stagionali, la decisione arriva proprio da un partito che ha fatto della “lotta” ai migranti il suo punto di forza. Secondo la proposta introdotta dalla Lega, nel caso in cui un lavoratore straniero abbia avuto il permesso di soggiorno per lavoro con il decreto flussi nel 2022, e non sia però rientrato nelle quote stabilite per il 2023, tramite questo emendamento potrebbe comunque rimanere nel nostro Paese per svolgere un lavoro stagionale anche quest’anno. Qualora sia esplicitamente richiesto dal datore di lavoro, la “sanatoria” della Lega dovrebbe consentire di estendere la validità dei permessi di soggiorno rilasciati per il 2023 fino al 30 aprile 2024.
Questo emendamento della Lega è inserito in un decreto, il cosiddetto omnibus attualmente in discussione alla Camera, che in realtà contiene una varietà di disposizioni a dispetto all’ammonimento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella sulla disomogeneità delle leggi approvate.