Oltre 40 capi di Stato e di governo sono attesi giovedì a Chişinau, in Moldavia, per il vertice di due giorni della Comunità politica europea (CPE), a cui partecipano tutti i membri dell’Ue e i candidati all’adesione. Si tratta del secondo grande incontro voluto dal presidente francese Emmanuel Macron. Era stato concepito come un modo per tenere in riga i candidati che non hanno possibilità di entrare nell’Ue per molto tempo, ma con la guerra in Ucraina scatenata dalla Russia ha assunto una dinamica inaspettata.
L’obiettivo di Macron, secondo quanto riportato dal quotidiano austriaco Presse, è lanciare un segnale a Mosca: giù le mani dalla Moldavia, alle prese con una crescente influenza russa. Per farlo vuole compattare tutti i partecipanti contro il nemico comune. All’ordine del giorno ci sono temi concreti, quasi tutti legati al conflitto: sostegno militare, approvvigionamento energetico e sicurezza informatica. Ma Macron vuole anche presentare il suo piano per una sovranità europea nel settore militare e industriale. Ma dietro c’è anche l’idea di consolidare una piattaforma non vincolante che di fatto ritarderebbe l’allargamento dell’Unione europea.
MACRON FRENA LE AMBIZIONI DI UCRAINA E MOLDAVIA
Molti analisti ritengono che il piano di Emmanuel Macron non possa funzionare a lungo termine, soprattutto alla luce dell’attesa da parte di Moldavia e Ucraina di segnali concreti sull’adesione all’Ue, e nel caso di Kiev anche alla Nato. Infatti, entrambi i Paesi non sono interessati solo alla cooperazione politica ed economica, ma anche all’assistenza reciproca. Difficilmente, però, avranno buone notizie in tal senso giovedì. «Ci sono due binari paralleli. Uno, il CPE, porta a una cooperazione politica aperta tra i Paesi europei, l’altro a un concreto allargamento dell’UE con le relative precondizioni da soddisfare», evidenzia l’Eliseo, come riportato da Presse.
Non è un segreto, infatti, che la Francia sia scettica riguardo l’ingresso rapido nell’Ue dei Paesi dei Balcani occidentali, dell’Ucraina e della Moldavia. Ad esempio, l’Ucraina farebbe “esplodere” il bilancio agricolo europeo, inoltre con la sua popolazione di circa 44 milioni di abitanti avrebbe un peso notevole in tutte le decisioni delicate dell’Ue. Il suo piano è di fatto un compromesso per non spingere gli impazienti candidati all’ingresso nell’Ue tra le braccia di Cina e Russia. Resta da capire se ciò basterà.