Ignazio Visco l’ha segnalato nelle sue Considerazioni finali: “Nel primo trimestre di quest’anno la crescita dell’economia ha di nuovo superato le attese”. E pochi minuti dopo l’Istat ha confermato che il Pil nei primi tre mesi dell’anno è cresciuto dello 0,6%, più dello 0,5% inizialmente stimato un mese fa. L’Istituto nazionale di statistica ha anche diffuso le stime preliminari sull’inflazione di maggio, cresciuta su base annua del 7,6% rispetto al +8,2% di aprile, mese che aveva fatto segnare un lieve rialzo nei confronti di marzo (+7,6%). «La dinamica inflazionistica ha ripreso, seppur lentamente, a scendere e questa è una buona notizia – è il commento di Luigi Campiglio, Professore di Politica economica all’Università Cattolica di Milano -, che si combina con un quadro economico positivo, sia sul fronte interno, sia, ancora di più, dal lato delle esportazioni».
In questo quadro positivo, una piccola ombra sembra essere rappresentata dall’andamento del cosiddetto “carrello della spesa” (+11,3% rispetto a maggio 2022). Assoutenti evidenzia che “solo per l’acquisto di cibo e bevande una famiglia con due figli si ritrova oggi a spendere 915 euro in più su base annua”.
È vero, a maggio abbiamo una variazione tendenziale per “prodotti alimentari e bevande analcoliche” del +11,9%. Di fronte a questi rialzi ci si può “difendere” solo spostando le proprie preferenze di acquisto verso beni di qualità inferiore. Le cose vanno peggio per “abitazione, acqua, elettricità e combustibili” (+15,5%) . Si tratta di incrementi in lieve diminuzione, visto che ad aprile erano rispettivamente a +12,1% e +16,9%, ma restano pur sempre a livelli elevati.
Nella Relazione annuale di Banca d’Italia relativa al 2022 si legge che il reddito delle famiglie in termini reali si è ridotto dell’1,2% per effetto dell’inflazione e che la propensione al risparmio è scesa, portandosi alla fine dell’anno su livelli inferiori a quelli pre-Covid. La situazione come può essere cambiata in questi primi mesi del 2023?
Il potere d’acquisto delle famiglie non è certamente aumentato. C’è stato un picco della capacità di risparmio durante la pandemia, poi è diminuita e sono convinto che ora per i livelli più bassi di reddito sia vicina allo zero. I margini di risparmio di 2-3 anni fa non ci sono più, anzi, c’è chi deve erodere i risparmi del passato per poter consumare.
Rischia, quindi, di determinarsi una disuguaglianza sul risparmio che farà sentire il suo peso soprattutto in futuro…
Sì e non dobbiamo nemmeno trascurare il fiscal drag determinato da un tasso di inflazione come quello che stiamo osservando da diversi mesi. Probabilmente se ci fosse una flat tax il problema si avvertirebbe di meno. La cosa più rilevante sul fronte fiscale in questo momento, tuttavia, è che le imposte indirette, che riguardano, quindi, i beni che vengono acquistati, sono tendenzialmente regressive.
Questo peggiora la situazione dei redditi più bassi. Diventa allora importante confermare il taglio del cuneo fiscale per queste fasce di popolazione.
Assolutamente. Dal punto di vista economico, ma non solo, la riduzione del cuneo fiscale, con la garanzia che il beneficio vada a favore di chi lavora, è fondamentale. È un provvedimento che va mantenuto finché necessario, perché rappresenta l’unica operazione di riequilibrio rispetto alla perdita di potere d’acquisto.
La Banca d’Italia segnala anche che nella ripresa post-Covid l’incremento del numero di occupati è stato maggiore nei nuclei più poveri, gli stessi in cui, come segnalava prima, la capacità di risparmio si è più ridotta. Occorre, dunque, evitare una frenata dell’economia per non lasciare queste famiglie senza le uniche risorse che hanno, ovvero i redditi…
Sì e l’equità e la sostenibilità rappresentano la migliore ricetta per la crescita, non si tratta di uno slogan: se le manovre politiche sono giuste, eque, allora consentono di crescere davvero. Nel nostro Paese abbiamo il Pnrr che può avere un impatto significativo e diventa quindi fondamentale accelerarne la messa a terra, e rispettare le scadenze, perché contribuisce a quella crescita del Pil di cui abbiamo bisogno più che mai in questa fase.
La crescita è tra l’altro fondamentale per mantenere in ordine i parametri di bilancio e avere poi gli spazi fiscali per manovre come quella sul cuneo fiscale.
Esattamente. In questo momento occorre utilizzare le leve e gli strumenti disponibili per riuscire a mantenere un orizzonte di crescita.
(Lorenzo Torrisi)
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