Non possiamo fare a meno del fossile: non ha dubbi Massimo Nicolazzi, docente di Economia delle risorse energetiche a Torino, che nel settore energetico ha esperienza trentennale, avendo lavorando per compagnie come Eni e Lukoil. I costi sociali di una transizione ecologica brutale, a suo dire, sarebbero troppo alti: “Il fossile ha bisogno di essere distribuito da generazione elettrica. Le rinnovabili e il nucleare riusciamo a usarli solo in forma elettrica. Ci sono alcuni settori dove questo non è ancora completamente possibile, i settori cosiddetti hard to abate: acciaio, trasporti pesanti, cementifici. Lì ancora senza fossile non si va in temperatura, o non ci si va a sufficienza. Su tutto il resto, in buona parte, tecnicamente ci potremmo essere, però dobbiamo ricordarci che non basta cambiare la fonte, bisogna cambiare anche i convertitori”, spiega a La Verità.
Come sottolinea ancora Nicolazzi, “Tutti i convertitori oggi sono alimentati a fossile: dalle turbine parlando di cose grosse, al gas di cucina, al boiler. Siamo in un mondo che si avvia verso i 9 miliardi di persone: la sostituzione dei convertitori non mi sembra possibile per domani mattina. In ogni caso, per cambiarli si renderebbero necessari degli aiuti, nel senso che la signora Gina non passa dalla cucina a gas alla cucina a convenzione giusto perché è animata da sano spirito verde“.
Nicolazzi: “Il tema non è nucleare contro rinnovabili”
Sul tema del riscaldamento globale, come spiega Massimo Nicolazzi a La Verità, “C’è disaccordo su quanto del caldo sia colpa nostra e quanto sia colpa di fenomeni climatici, solari eccetera che non siamo in grado di analizzare e di valutare compiutamente. Ma questo lo lascerei al dibattito fra gli scienziati: l’Ipcc dice è tutta colpa nostra, qualche autorevole voce dice che non è vero. Io da non scienziato mi permetto di dire: speriamo che sia colpa nostra, perché in questo caso potremmo provare ad agire in qualche modo”.
“Il nucleare è oggetto di una delle tante guerre di religione a mio avviso piuttosto noiose che animano, si fa per dire, il parlar di clima e di decarbonizzazione in questo periodo. Dobbiamo in effetti considerare che oggi qualche difficoltà legata a tempo e soldi l’abbiamo. Le ultime centrali nucleari realizzate in Europa – ce n’è una in Inghilterra in costruzione, ce n’è una in Francia, finalmente ne hanno fatta una in Finlandia – non si riescono a costruire in meno di 15 anni”. La domanda la porci, però, è se “riusciremo a fare a meno dei fossili? E ci riusciremo senza il nucleare? Anche gli scettici devono rendersi conto che il tema non è nucleare contro rinnovabili. Semmai è nucleare contro petrolio e carbone. Se non si riesce a utilizzare solo rinnovabili come si fa? Si preferisce continuare a bruciare carbone o, pur sapendo che ci si impiegherà quindici anni, si vuole iniziare a pensare a una nuova capacità nucleare?”.