La correzione degli elaborati del concorso di magistratura 2023 bandito con decreto ministeriale del 1° dicembre 2021 (Gazzetta Ufficiale – 4a serie speciale “Concorsi ed esami” – del 10 dicembre 2021, n. 98) che mette in palio 500 posti è ancora in corso. Alla data di mercoledì, come comunicato dal Ministero della Giustizia, erano state visionate 2418 buste (ogni busta contiene tre elaborati) e sono risultati idonei 439 candidati. Le operazioni ricominceranno lunedì e andranno avanti ancora per le lunghe.
Le polemiche intorno all’esame, che si è svolto il 17, il 18 e il 19 maggio, non si sono tuttavia ancora fermate. Non si può dire, infatti, che il concorso sia stato un successo. Le prime due giornate erano andate per il meglio, ma alla terza la metà dei candidati (3513 su 6661) ha deciso di abbandonare la prova. In molti, probabilmente, hanno deciso di ritirarsi, non sentendosi all’altezza, per evitare di bruciare un tentativo. Dopo un massimo di tre bocciature, da regolamento, non ci si può più presentare.
Concorso magistratura 2023 da 500 posti: la polemica della traccia errata
A creare discussione nei giorni successivi al concorso di magistratura 2023 che mette in palio 500 posti per magistrato ordinario non sono state esclusivamente le rinunce dei candidati, bensì anche le domande proposte. È emerso, infatti, che una delle tracce non sorteggiate, quella di diritto penale nominata dal Consiglio superiore della magistratura, era sbagliata. Essa chiedeva dissertare sulla “abolitio sine abrogazione di un reato”, che – oltre a contenere un errore di battitura al suo interno – giuridicamente non esiste. Il riferimento doveva probabilmente essere alla “abrogatio sine abolitione”.
“È un problema purtroppo di sostanza e il fatto che, per puro caso, la traccia non sia stata sorteggiata, non riduce il pericolo che si è corso. Se un candidato ben preparato si fosse trovato davanti a quella domanda, avrebbe pensato si trattasse di un trabocchetto”, ha affermato Gianluigi Gatta, ordinario di diritto penale alla Statale di Milano, a Il Giornale.