Troppi laureati in Cina, dove la disoccupazione giovanile raggiunge livelli record. Ad aprile ha toccato quota 20,4% nella fascia tra i 16 e 24 anni di età, quattro volte il tasso di disoccupazione, che è quasi al 5%. Quindi, i quasi 11,6 milioni di studenti che a giugno si laureano hanno all’orizzonte una realtà a dir poco ostile. Si tratta di una situazione simile a quella di diversi Paesi europei, secondo Goldman Sachs, invece negli Stati Uniti è vicina al 10%. Dunque, in Cina si è arrivati a livelli insostenibili di disoccupazione giovanile per una società che non conosceva concetti come fallimento aziendale e mancanza di lavoro. I cinesi lottano per trovare impieghi nei posti giusti.
Lo stesso governo cinese è consapevole della situazione, infatti ad aprile ha lanciato una serie di politiche per stimolare il mercato del lavoro, come sussidi per aziende che assumono laureati disoccupati. Inoltre, vuole che le imprese statali assumano un milione di tirocinanti quest’anno e ha fissato l’obiettivo di 12 milioni di nuovi posti, uno in più del 2022. Come evidenziato dal Sole 24 Ore, la selezione dei migliori talenti è terribile, infatti il gaokao, il test di maturità che consente di arrivare in una buona università e quindi di puntare ad un buon lavoro, non funziona più. E non ci sono posti per tutti.
MERCATO DEL LAVORO IN CRISI: COLPO FINALE DA ROBOTICA E AI?
In questa situazione così complessa l’intelligenza artificiale, sostenuta dallo stesso governo cinese, ci mette il suo. Il timore è che possa dare il colpo di grazia al mercato del lavoro già traballante. Ad esempio, Cooneo ha sfornato robottini superefficienti che sono capaci di sostituire decine e decine di magazzinieri, coordinatori e manager della supply chain dell’e-commerce, come Ikea o Amazon, in un solo colpo. Considerando che il 45% del mercato di Cooneo è locale, alla fine a soffrire saranno i cinesi stessi. SquareDog Robotics, costituita da software AI potenziato e hardware nelle costruzioni, si è alleata con China state construction, quindi si arriverà a macchine per costruire ponti, tinteggiare pareti e vigilare sulla sicurezza di cantieri senza bisogno di operai e ingegneri. Stando a quanto riportato dal Sole 24 Ore, si stima che l’intelligenza artificiale e le tecnologie avanzate come robot, droni e veicoli autonomi, potrebbero sostituire circa il 26% dei posti di lavoro esistenti nei prossimi due decenni.