Sta facendo discutere in Inghilterra il caso di un gruppo di 25 migranti che si starebbe lamentando per le condizioni di alloggio, un hotel da 150 sterline a notte situato in quel di Londra. Ad accendere i riflettori sulla vicenda è stato nelle scorse ore il tabloid britannico Daily Mail, che sottolinea come il caso abbia provocato la rabbia di molti cittadini londinesi. “Un gruppo di 25 richiedenti asilo – si legge – sta organizzando una protesta sul marciapiede dopo essersi rifiutato di dormire in quattro in una stanza in un hotel economico nel centro di Londra”.
L’hotel in questione è il Comfort Inn, un albergo in cui i migranti si rifiutano di alloggiare fino a che il Ministero dell’Interno non troverà loro una sistemazione più adatta, definendo l’alloggio attuale con stanze “disumane“. Al momento i funzionari governativi hanno concesso ai migranti di dividere la stanza in due invece che in quattro, in attesa poi del trasferimento in una sistemazione alternativa entro due settimane, ma come detto sopra, il caso sta provocando la rabbia in molti londinesi che non possono vivere in un hotel. “Le persone fanno fatica a pagare il mutuo – ha raccontato una donna – e loro si lamentano di dover soggiornare gratuitamente in un hotel. È davvero incredibile”.
MIGRANTI, PROTESTA A LONDRA PER L’ALLOGGIO NELL’HOTEL: “IL BAGNO PUZZA…”
Eppure i migranti tirano dritto per la loro strada, intenzionati a non rientrare in albergo, dormendo in strada finchè il ministero non darà loro ascolto: “Siamo in quattro in una stanza – ha raccontato al Mail un sudanese di 20 anni – e dobbiamo dormire sui letti a castello. Non c’è nemmeno spazio per girarsi visto che ci sono le valigie”. E ancora: “Il gabinetto puzza perché ci sono quattro persone che lo usano e non viene pulito”.
Il ragazzo, in Gran Bretagna da 18 mesi in attesa che la sua domanda d’asilo venga accolta, ha spiegato che il gruppo protesterà fino a quando non sarà trasferito in un nuovo hotel. “Le stanze sono come una gabbia – ha aggiunto un altro – ci fa sentire come se fossimo tornati in una prigione. L’albergo precedente ci permetteva di avere un po’ di privacy, ma non è giusto dividere la stanza in quattro e dormire su un letto a castello”.