Arrivano importanti novità in Italia per contrastare il fenomeno del bullismo e del cyberbullismo, una piaga che continua purtroppo ad espandersi tenendo conto che secondo di dati di Hbsc Italia, il 15% degli adolescenti ne è vittima. L’idea è quella di un maggior coinvolgimento dei genitori dei bulli attraverso percorsi di rieducazione e riparazione che potrà essere disposto dal tribunale dei minori, oltre ovviamente al classico sostegno psicologico agli studenti nelle scuole. Come riferito da Il Sole 24 Ore al momento si tratta di una proposta di legge che è sotto esame delle commissioni Giustizia e Affari sociali della Camera, risultato di tre testi presentati da Devis Dori (Avs), Pietro Pittalis (Fi) e Ciro Maschio (Fdi).
Nel giro di poche settimane dovrebbe giungere l’approvazione della stessa legge, tenendo conto che i tre gruppi parlamenti hanno già trovato l’accordo, e se tutto andrà come previsto l’esame in Aula inizierà il prossimo 19 giugno. Fra i relatori anche Daniela Dondi, esponente di Fratelli d’Italia, che ha espresso soddisfazione per il testo unificato e sostenuto da tutte le forze politiche. Nel dettaglio si propone di estendere la legge 71 del 2017, al momento dedicata solo al cyberbullismo, anche al bullismo.
BULLISMO, RIEDUCAZIONE ANCHE PER I GENITORI E PREVISTO MONITORAGGIO ISTAT
Si prevede che le scuole adottino delle linee di orientamento che definiscano procedure di prevenzione e contrasto di questi fenomeni, ed inoltre, vengono appunto introdotte misure rieducative. Queste possono essere richieste dalle procure coinvolgendo come detto sopra anche la famiglia del minore, con un percorso quindi a sostegno alla responsabilità genitoriale.
Nell’ultimo punto della proposta congiunta che verrà a breve esaminata è previsto anche un monitoraggio del fenomeno da parte dell’Istat su base biennale, di modo da ottenere dei dati certi circa bullismo e cyberbullismo, valutando così l’efficacia delle misure introdotte. Si tratta senza dubbio di un’iniziativa lodevole che speriamo possa essere approvata il prima possibile di modo da trovare applicazione già in vista dell’anno scolastico 2023-2024.