La sorella di Serena Mollicone, Consuelo, è tornata a parlare del caso della giovane uccisa nel 2001 ad Arce (Frosinone) dopo il ricorso in appello presentato dalla famiglia della vittima a seguito dell’assoluzione degli imputati in primo grado. Secondo il suo punto di vista, espresso ai microfoni del settimanale Giallo, l’omicidio di Serena Mollicone non può restare senza colpevoli e i responsabili devono essere trovati, ma ritiene anche che la pista imboccata dagli inquirenti fosse quella giusta. “I Mottola hanno delle responsabilità“, avrebbe dichiarato al settimanale Consuelo Mollicone, sottolineando che la strada da seguire per l’emergere della verità sia soltano una.
La sorella di Serena Mollicone spera che non si aprano “piste alternative” che ritiene inutili alla soluzione del giallo perché sostiene che “non portano da nessuna parte“. Secondo Consuelo Mollicone, nel primo processo “sono state trascurate tante cose importanti” e non ha dubbi sul fatto che chi l’ha uccisa possa essere assicurato alla giustizia nonostante tutto il tempo trascorso. Da 22 anni, il delitto di Serena Mollicone non ha ancora responsabili. La 18enne di Arce fu trovata senza vita il 3 giugno 2001 nel bosco dell’Anitrella e nel luglio scorso è arrivata la sentenza di primo grado della Corte d’Assise di Cassino che ha stabilito l’assoluzione delle persone finite alla sbarra. La famiglia, però, non si arrende e continua la sua battaglia per avere giustizia.
Omicidio Serena Mollicone: il ricordo della sorella Consuelo sul padre Guglielmo
La lotta della famiglia Mollicone per la verità sulla morte della giovane Serena ha avuto come portavoce, per decenni, il padre Guglielmo Mollicone. L’uomo, che si è battuto fino all’ultimo perché fosse fatta giustizia, si è spento nel 2020, all’età di 72 anni, senza sapere chi ha ucciso sua figlia. La sua battaglia però non si è fermata e Consuelo Mollicone è convinta che la soluzione possa essere ad un passo. Confida nell’appello, dopo il ricorso presentato contro la sentenza di primo grado con cui i cinque imputati sono stati assolti nel luglio scorso.
Alla sbarra, con le accuse di omicidio volontario ed occultamento di cadavere, erano finiti Franco Mottola, ex comandante della caserma dei carabinieri di Arce, la moglie Anna Maria e il figlio Marco Mottola. Tutti assolti e con loro anche i militari accusati di favoreggiamento nei confronti dell’allora comandante, l’allora vice, maresciallo Vincenzo Quatrale, e l’appuntato Francesco Suprano. “Purtroppo papà è mancato – ha dichiarato a Giallo Consuelo Mollicone –, aveva una gran forza, non si è mai arreso. La sua era una battaglia senza fine, è durata tutta la vita. Voleva giustizia per sentire un po’ di sollievo, ma la sua vita è comunque proseguita nel ricordo di Serena. Mi piacerebbe che si parlasse maggiormente di mio padre (…), non ha mai avuto un attimo di tregua“.