Tanti i temi toccati da Giorgia Meloni nella lunga intervista a Quarta Repubblica. Il primo ministro si è soffermato sui principali dossier politici e uno dei più chiacchierati riguarda lo scontro tra governo e Corte dei Conti sul Pnrr, l’analisi è categorica: “Io ho capito che la sinistra è molto in difficoltà… Non solo dice che c’è una deriva autoritaria se sulla Corte dei Conti proroghi le norme del governo Draghi del quale loro facevano parte – perché faccio notare sommessamente che sulla Corte dei Conti non abbiamo fatto nulla di difforme da quel che ha fatto il precedente governo – allora il problema è la deriva autoritaria o che qualcuno che viene da destra e non da sinistra non ha gli stessi diritti che avevano loro?”.
C’è grande fiducia sulla tenuta del governo, per Giorgia Meloni la maggioranza è solida e l’orizzonte è di cinque anni: “Questo significa che non sto governando guardando al consenso immediato, posso permettermelo. Quando si ha questa fortuna si possono fare scelte che magari nell’immediato comprimono il consenso, ma poi sulla lunga distanza verranno lette per quello che meritano”. Una battuta anche sul lavoro, rispondendo alle solite contestazioni di sinistra: “Non stiamo precarizzando il lavoro e lo dimostrano i dati: l’aumento del numero degli occupati è dato per il 70% da occupati stabili. E c’è un altro dato che mi sta a cuore, quello sull’occupazione femminile: stiamo colmando soprattutto il gap grazie ai contratti stabili delle donne – riporta Adnkronos -, questo è storicamente il nostro problema rispetto alla media europea. Questo è un dato straordinario”.
Il punto di Giorgia Meloni
Giorgia Meloni non si è tirata indietro dal commentare le contestazioni della sinistra, sottolineando che parla di destra autoritaria a prescindere. Dall’addio di Fazio alla Rai alla parata del 2 giugno, ogni occasione è buona: “La cosa che mi ha sorpreso di più, tanto per parlare di deriva autoritaria, è che Elly Schlein abbia detto a chi si lamentava di quanto accaduto a Roccella che noi abbiamo un problema col dissenso”. Il premier ha aggiunto sul punto: “Se la segretaria del secondo partito italiano non distingue il dissenso dalla censura allora sì che abbiamo un problema di deriva autoritaria in questo Paese”. Per Giorgia Meloni la questione è chiara, la sinistra è a corto di argomenti e il motivo è semplice, il governo sta smontando la solita narrazione: “Stiamo dimostrando che può esistere una destra affidabile, credibile, in grado di governare , perfettamente presentabile e che raggiunge risultati che gli altri non hanno raggiunto. Perché segnalo che l’Italia è la nazione che sta crescendo di più in Europa, con un numero record di occupati”.